Un extra pedaggio per i mezzi pesanti che effettuano spostamenti di puro attraversamento sulla tangenziale di Mestre.
Lo prevede il nuovo Piano della mobilità sostenibile del Comune di Venezia in discussione da ieri in Consiglio e Municipalità. Un pedaggio “rincarato” per quei camionisti che invece di utilizzare il Passante, scelgono di percorrere comunque la tangenziale, spendendo meno. I conteggi li stimano.
Se in tangenziale a Mestre transitano ogni giorno 100 mila veicoli leggeri ed ottomila veicoli pesanti, si calcola che siano circa 1.800 al giorno i camion che usano la tangenziale come puro attraversamento.
E quindi il pedaggio rincarato è un modo per scoraggiarli. Conferma l’assessore alla Mobilità Renato Boraso, impegnato a discutere del piano con i partiti. «È un obiettivo tecnico di cui discutere perché il Passante, ricordo, è nato per questo.
E se vogliamo, come dice il sindaco, trasformare la tangenziale nella strada di alta percorrenza dei mestrini occorre liberarla dai transiti impropri. La questione dell’extra pedaggio ovviamente va discussa assieme alla concessionaria Cav ma è un provvedimento necessario perché se vogliamo togliere traffico in zone di Mestre che da anni sono condizionate dal traffico, come via Vespucci e via Fradeletto, questo lo si fa solo liberando dal traffico pesante la tangenziale di Mestre e lasciandola agli spostamenti interni alla città. Ovviamente, il conteggio si fa ai passaggi tra le barriere».
Altro tema rilevante nel Pums sono i terminal, pensati per ridurre la pressione delle auto sul Ponte della Libertà. Dell’ipotesi ticket non si parla più.
Potenziando il trasporto ferroviario, a partire della nuova stazione di Mestre, e gli hub terra-acqua, dice il piano, si migliorano le cose nelle ore di punta. Aumentano gli spostamenti via acqua (da 30 a quasi 300 passeggeri sulla navigazione) tra terraferma e centro storico; si aumenta l’uso del tram (da mille circa 1.200 passeggeri);si potenziano gli autobus (da 5.200 a 5.900 passeggeri nelle ore di punta) e i treni (da 4.100 a 4.800) mentre si dimezzano le auto (da 2.800 a 1.100).
«Il tema è liberare il ponte della Libertà, spostando flussi sulle nuove linee di navigazione pensate per gli hub di San Giuliano-Pili, di Tessera e Fusina», ribadisce l’assessore. «Mentre il Montiron, lo riconfermo, è ad uso dei residenti di Burano che vengono in terraferma a lavorare. E serve anzitutto il terminal a Tessera».
Ancora Boraso rivendica l’importanza del progetto del Bus rapid transit, mezzi ad alta capacità pensati per velocizzare i trasporti sulla Miranese, la Castellana, via Orlanda o via Fratelli Bandiera.
«Una tecnologia che già altre città italiane hanno deciso di sperimentare», ci spiega, «e che da noi potrebbe sostituire le linee a lunga percorrenza. Penso alla linea 7 oppure al 5 da Venezia verso l’aeroporto.
O ancora il 6 a Marghera. Certo, vanno create le corsie preferenziali dove far passare i bus ma non è impossibile. Il tema rilevante sono i finanziamenti e abbiamo imparato che senza una pianificazione non possiamo accedere a finanziamenti del Mit, ministero dei Trasporti, oppure dell’Unione europea».
E la richiesta di vaporetti riservati ai residenti: «Abbiamo già introdotto la priority agli imbarcaderi, la vedo dura però con le norme europee prevedere mezzi solo per residenti. In Europa c’è libertà di movimento di persone e merci». Infine un appello a consiglieri e Municipalità: «Abbiamo davanti mesi per discutere seriamente di come pianificare la mobilità del futuro in città.
Noi siamo apertissimi alle migliorie. Certo partiamo da interviste e dati del 2019 ma non sono privi di fondamento e ora con la discussione in corso li aggiorniamo. Ma abbiamo davanti due mesi per migliorare».