Villa Fini, la storica dimora in località Cesare Musatti a Dolo che è stata distrutta dal tornado che ha investito la Riviera del Brenta (di cui domani corre il nono anniversario), non sarà più ricostruita. Al suo posto è in arrivo una struttura ricettiva, probabilmente un albergo.
A spiegarlo è Antonio Piva, uno dei proprietari dell’immobile che è stato messo in vendita, dopo aver constatato che non vi erano possibilità di ricostruirla. Subito dopo il tornado le istituzioni, Regione in primis, spiegò che quella villa sarebbe stata ricostruita «dove era, come era». In questi anni, però fanno capire i proprietari, ci sono stati tanti annunci, servivano almeno 6-7 milioni, ma nessuno alla fine li aveva.
«La soprintendenza» dice Antonio Piva «con la quale ci siamo confrontati ha tolto diversi vincoli all’area, permettendoci di metterla in vendita. Gli interessamenti ci sono e da quello che abbiamo potuto capire, l’idea di costruire dove c’era la villa una struttura ricettiva, un albergo, è quella che si è fatta più strada».
Piva poi precisa che i ruderi che ci sono all’interno dell’area saranno rimossi da chi comprerà. Villa Fini è attestata a Dolo per la prima volta nel 1665, quando Zuane Antonio Toderini acquisì le proprietà di Paolo Santorini. Verso la fine dello stesso secolo il complesso passò alla famiglia Fini ai quali si deve il maggiore apporto compositivo e decorativo. Il tornado in Riviera che l’ha distrutta resterà negli annali.
L’8 luglio 2015 alle 17.25 il fenomeno meteo si abbatté sui Comuni di Dolo, Mira e Pianiga. Il tornado venne classificato come violento e di intensità F4, quindi come uno dei più potenti verificatisi nell’intero territorio nazionale con venti superiori ai 300 km all’ora. Con questa violenza la tromba d’aria in poche decine di minuti provocò un morto, 92 feriti, circa 100 milioni di danni, 500 case lesionate, decine di case da abbattere, 400 sfollati, capannoni e negozi scoperchiati, decine di auto da rottamare e danni alle produzioni agricole.
Il Comune di Dolo fu il più colpito con 25 milioni di danni accertati fra abitazioni private, beni mobili e immobili. «Il tornado del 2015 ha visto Dolo pioniere», spiega il sindaco di Dolo Gianluigi Naletto, «nella gestione di un tipo di avversità naturale mai trattata da un ente locale in Veneto. Siamo riusciti a distribuire i fondi statali messi a disposizione su tutti i beni immobili»
«Abbiamo proposto e ottenuto dalla Regione Veneto – continua – che i fondi pubblici avanzati, fossero dedicati al ripristino delle rive del Naviglio del Brenta , al ripristino della passerella di collegamento da villa Angeli a via Matteotti e alla realizzazione di una nuova passerella nella frazione di Cazzago chiesta dal Comune di Pianiga. Nonostante l’ interessamento non sono stati risarciti tutti i beni mobili (autoveicoli, arredi, materiale interno ed esterno alle residenze). E purtroppo, Villa Fini (bene privato) non è stata ricostruita com’era e dov’era».
