Gli abbassano il metadone e lui dà in escandescenze, prende una stampella, spacca un vetro e lo ruba, ingurgitando una quantità da cavallo che lo manda in overdose. È stato preso per i capelli grazie al pronto intervento del Suem 118 e delle forze dell’ordine, un 36enne di origine moldava in cura al Serd, dipartimento per le dipendenze di via Calabria a Mestre, che ieri ha creato il parapiglia tra i dipendenti e che ora si trova in codice rosso all’ospedale dell’Angelo. Anche se sembra stia rispondendo alle cure e dovrebbe sopravvivere.
L’episodio è accaduto attorno alle 11 della mattina. L’uomo si era recato al Serd, dove gli era stata diminuita la dose di metadone, come avviene nei casi in cui non sia più un aiuto nella terapia di disintossicazione, ma al contrario diventi una causa del problema. Talvolta viene spacciato o iniettato direttamente in vena. E in questi casi in accordo con il personale specialistico, si decide per una graduale diminuzione del farmaco, oppioide sintetico utilizzato proprio per prevenire l’insorgere delle sindromi da astinenza.
Il 36enne, però, non ha reagito bene alla decisione.
Ha preso una stampella, l’ha scaraventata contro un vetro, spaccandolo e facendo indietreggiare tutti. A quel punto è riuscito a impossessarsi con la forza di una boccetta di metadone che ne conteneva una quantità molto notevole e dopo aver creato il caos e seminato il panico, è fuggito. Il personale però, ha chiamato immediatamente sia il Suem 118 che le volanti della polizia di Stato. Ne è scaturito un inseguimento, che si è concluso quando l’uomo ha ingurgitato la bottiglietta di metadone, andando in overdose. A quel punto gli agenti e il Suem, lo hanno soccorso. È stato preso in carico da medici e infermieri e portato velocemente al pronto soccorso dell’Angelo, dove è arrivato in codice rosso. Grazie alla prontezza del personale intervenuto, dovrebbe cavarsela, anche se per ora è ancora in pericolo di vita.
L’episodio accende ancora una volta i riflettori sulle dimensioni del problema della tossicodipendenza in città, un fenomeno che ha diversi volti. Quello del consumo da una parte, e quello dello spaccio dall’altra, che interseca le comunità straniere che si dividono le piazze della droga, ma anche una partita che va oltre i confini sovracomunali. Dall’altra il consumo, che non ha età, etnia né genere, l’ultimo anello della catena e quello che ha gli effetti sociali più gravi. Le tante persone, giovani e meno, in cura al Serd, quelle che frequentano il Drop in di via Giustizia e quelle che si accasciano nei sottopassi, nelle zone un po’ in ombra della città, i gradini delle chiese e i sottoportici, svenute con il laccio ancora stretto alla gamba o al braccio, e la siringa per terra.
Sull'episodio è intervenuto il direttore generale dell’Usl 3 Serenissima, Edgardo Contato: «Esprimo la mia piena solidarietà ai nostri operatori per l’aggressione subita e altrettanta condanna a chi ha compiuto questo gesto in un contesto di accoglimento, aiuto e cura. L’azienda sanitaria, mentre procede da prassi con una segnalazione formale alle autorità per quanto accaduto, ringrazia anche in questo caso l’immediato intervento delle forze dell’ordine. La sinergia tra azienda sanitaria e forze dell’ordine cresce ogni giorno, anche grazie al protocollo in atto tra Usl 3 e forze dell’ordine, voluto e coordinato dalla Prefettura di Venezia. Quindi grazie ai nostri sanitari, grazie al Prefetto e grazie a tutti gli operatori della sicurezza».
