Le urla, le minacce, gli insulti, un turbinio di troppe voci sempre più arrabbiate. Poi due colpi secchi, a chiudere ogni discussione, a far scattare le telefonate al 112, a riempire gli appartamenti affacciati sul rio di Cannaregio con un’unica domanda: «Erano due spari?».
Nella notte tra martedì e mercoledì, sul ponte dei Tre Archi prima e verso la Baia del Re poi, due gruppi di stranieri si sono affrontati, scontrati e poi sono fuggiti all'arrivo delle forze dell’ordine, non prima di aver gettato nel panico la zona con un paio di colpi di pistola, esplosi quando la rissa stava evidentemente volgendo al peggio. Una ventina, in tutto, i partecipanti alla zuffa: chi li ha notati agitarsi sul ponte dice di aver riconosciuto le sagome di bastoni e martelli, gli stessi carabinieri intervenuti sul posto confermano gli spari, ma specificano che si sarebbe trattato di una scacciacani, almeno stando ai due bossoli a salve che i militari hanno trovato dispersi sui masegni nelle vicinanze della riva.
Le due bande sarebbero probabilmente di origini africane, sempre stando alle testimonianze dei pochi che hanno visto bene la scena, ma per averne la certezza bisognerà aspettare che gli uomini dell’Arma abbiano completato le indagini: ieri mattina le divise hanno battuto a tappeto la zona, non solo cercando tracce dello scontro (non ne hanno trovate, salvo le due cartucce esplose: niente mazze abbandonate, niente macchie di sangue), ma anche recuperando i filmati delle videocamere di sorveglianza di negozi e locali, visto che in quel punto del centro storico le telecamere comunali sono poche. Quando i carabinieri del Nucleo natanti hanno risposto alla chiamata dei residenti spaventati, tra mezzanotte e l’una, non hanno trovato più nessuno sul posto: le pistolettate e le sirene hanno messo in fuga tutti, ma questo non significa che non sarà possibile identificare i responsabili.
L’episodio ha gettato un’ombra pesante su quella che è normalmente una zona tranquilla, lontana dai problemi della “mala movida”, del turismo cafone, ma anche dalla microcriminalità. In verità poco distante dai Tre Archi, alle Guglie, e più esattamente in salizada San Geremia, a fine novembre dello scorso anno si è consumato un brutale omicidio a colpi di arma da fuoco; la vittima era stata Khalil Mallat, 25 anni, di origini tunisine, mentre l’assassino è un veneziano di 33 anni, Raffaele Marconi.
Per quanto il ricordo di quella pagina di cronaca nera sia ancora vivissimo nella zona - e sicuramente sia tornato alla mente di tanti, al sentire le pistolettate della scorsa notte - le due vicende non avrebbero molto in comune. Piuttosto sulla rissa di martedì notte aleggia il sospetto di un regolamento di conti legato al mondo dello spaccio: Venezia non è Mestre, i pusher non sono altrettanto spavaldi e normalmente orbitano più nei dintorni di campo Santa Margherita o dell’Erbaria, ma chi vive e lavora nelle vicinanze della Baia spiega come recentemente si sia visto un movimento sempre maggiore anche tra le fondamente di San Giobbe e Cannaregio, pure qui riconducibile a bande di stranieri.
Anche su questo, però, dovranno chiarire le indagini dei carabinieri, che stanno già esplorando ogni pista possibile, comprese quelle legate alla droga.
