Pagherà circa 25mila euro in tre anni. Poi si vedrà cancellata la restante parte del debito accumulato incolpevolmente negli anni: oltre un milione di euro.
È quanto ha deciso il Tribunale civile di Venezia, che ha così firmato uno dei provvedimenti più rilevanti – almeno per l’importo “scontato” - da quando è entrato in vigore il Codice della Crisi in cui è confluita la legge 3 del 2012.
Protagonista della vicenda è una donna che vive in un comune della provincia di Venezia, con un affitto da pagare ogni mese.
«Le sue disavventure sono iniziate nel 2001, quando ha costituito una snc con una socia nel settore della commercializzazione al minuto e all’ingrosso di prodotti finiti, semilavorati o materie prime di varia natura», racconta l’avvocata Monica Pagano, che ha patrocinato il caso della signora, «fin da subito, purtroppo l’attività aveva qualche difficoltà e solo pochi anni dopo, per la non positiva situazione economica, veniva aggiunta una falegnameria tra i propri reparti di lavoro, per cercare di sollevare il fatturato. Tuttavia, il reparto non recava all’impresa i frutti sperati, ma anzi provocava un aumento dei debiti. Chiuso il nuovo reparto non si riusciva comunque ad uscire dal vortice debitorio che ormai costringeva le donne a chiudere inesorabilmente la società».
«Questa spirale perversa». prosegue l’avvocata Pagano, « ha portato a un debito complessivo di circa un milione di euro, di cui 950 mila verso l’Agenzia delle Entrate riscossione. Una cifra stratosferica, a cui sarebbe impossibile far fronte per chiunque, anche immaginando di vivere in strada a pane e acqua fino all’ultimo dei propri giorni».
Da qui la decisione della difesa della signora di avanzare al Tribunale civile di Venezia richiesta di accesso ai benefici della legge sul sovra indebitamento, per ottenere una sentenza di apertura della procedura liquidatoria.
«Il principio della normativa è molto semplice», chiarisce l’avvocato, «un cittadino onesto che si trova in difficoltà non può essere costretto a fare i conti per sempre con debiti sproporzionati rispetto alle proprie entrate economiche, ma deve essere chiamato a versare solo quanto può e per un periodo definito di tempo, mantenendo nel frattempo una vita dignitosa».
I giudici hanno così deciso che la donna metterà a disposizione dei creditori soltanto una parte del suo stipendio per i prossimi tre anni. Al termine di questo periodo – rispettando le prescrizioni, con un versamento complessivo di circa 25.000 euro – la donna si vedrà cancellata la restante parte dell’enorme debito accumulato negli ultimi 15 anni: oltre 1 milione di euro, appunto.