Era rimasta sepolta dalla vegetazione, nascosta dietro agli altri immobili in degrado che da decenni monopolizzavano la vista su via Ronchi. Nei giorni scorsi, l’amministrazione comunale ha approvato lo stanziamento di ulteriori 75 mila euro per demolire l’ultima abitazione rimasta nel complesso, portando così a oltre 220 mila euro la spesa complessiva per ripulire la zona. La cifra coprirà anche la bonifica successiva.
L’intervento è in programma non solo per la precarietà dell’immobile, ma anche per le sue condizioni igienico-sanitarie poiché invaso da arbusti, animali selvatici e roditori, oltre che discarica a cielo aperto. Nel dettaglio, si tratta di una struttura che sorge alle spalle del complesso che ospita anche il Circolo fotografico friulano, prospicente agli immobili che invece si affacciano su via Manzini.
Come ricorda l’assessore all’Edilizia privata, Andrea Zini, il Comune è intervenuto a suo tempo con il cantiere sostituendosi ai proprietari per garantire la sicurezza e la salubrità del quartiere, con la prospettiva di rivalersi in futuro su questi ultimi. «Sappiamo che ci sono molti soggetti coinvolti nella proprietà, e alcuni non risiedono più qui o sono difficili da rintracciare» rileva l’esponente della giunta del sindaco Alberto Felice De Toni. L’opera sarà affidata alla stessa impresa che è intervenuta finora, la Giuseppe Moretto di Pordenone.
L’obiettivo è completare il tutto entro la fine dell’anno, lasciando come unico segno tangibile delle vecchie abitazioni un muro perimetrale di circa tre metri che si affaccia sulla strada. La storia delle case di via Ronchi è lunga e travagliata. Costruite per lo più negli anni Venti, queste abitazioni ai civici 75/A, 77/A, 79, 83/A e 83, sono cadute progressivamente in rovina. L’amministrazione locale aveva sollecitato più volte i proprietari a intervenire, senza ricevere risposte, e si è infine visto costretto a esercitare i suoi poteri sostitutivi per procedere con la messa in sicurezza e la demolizione.
I lavori di abbattimento sono così iniziati ufficialmente lo scorso 27 maggio, con la rimozione della folta vegetazione che infestava l’area, per permettere il posizionamento delle macchine operatrici. Il progetto prevedeva, oltre all’eliminazione degli edifici privi di tetto e solai, la bonifica del terreno e la rimozione dei ruderi. L’opera si completerà con nuovi interventi di derattizzazione, già avviati nelle prime fasi e che verranno ripetuti al termine.
