È l’ultimo anno di scuola per l’istituto tecnico-economico paritario Naonis Studium a Pordenone: la Fondazione Opera Sacra Famiglia ha deciso di chiudere le aule nel campus in Comina. I costi di gestione sono alti e il disavanzo in bilancio ha sfondato il tetto medio annuale di centomila euro. «La chiusura dell’istituto Naonis Studium è prevista il 31 agosto 2025: la decisione è stata del consiglio di amministrazione dalla Fondazione».
Luciano Forte, presidente della Fondazione, ha confermato lo stop all’esperienza che era decollata nel 2017 in città. La mappa delle scuole paritarie non statali si aggiornerà: dalle attuali 62 a 61 il 1° settembre 2025.
«Il lavoro sarà assicurato – ha ripreso Forte – per i dipendenti del Naonis Studium che hanno sempre offerto una proposta educativa eccellente. Il Villaggio del fanciullo in Comina continuerà l’attività di formazione professionale, corsi e offerte educative sempre di alta qualità».
Il modello Osf sarà premiato da Banca Intesa a Torino per il suo standard di eccellenza. La qualità tra i banchi di scuola dell’istituto superiore Naonis Studium non basta per arrivare al pareggio a bilancio: per garantirlo, dovrebbero essere almeno 80 all’anno gli iscritti in ogni istituto paritario non statale. E in città, l’impennata dei costi di gestione ha deciso lo stop alla scuola superiore immersa nel verde, che ha offerto il percorso per il diploma tecnico statale in economia, finanza e marketing.
La chiusura delle scuole Parini, Cavalli-Conti, Einaudi ha segnato la crisi degli istituti paritari laici a Pordenone, poi la chiusura degli indirizzi liceali e tecnici nel Collegio Don Bosco ha concentrato al liceo Vendramini l’offerta formativa paritaria cattolica. La futura chiusura del Naonis Studium lascerà un altro vuoto e le scommesse sono aperte sulle possibili offerte di imprenditori coraggiosi, per rilevare l’indirizzo che è equiparato alla scuola di Stato. La mission formativa nel campus in Comina va avanti con la formazione professionale: i corsi sono triennali e offrono la qualifica, con un quarto anno per la specializzazione.
La mappa delle scuole paritarie conta 62 istituti: la maggioranza (55) sono plessi d’infanzia e una cinquantina è di ispirazione cattolica. Si aggiungono la primaria San Giorgio con la secondaria di primo grado Don Bosco in viale Grigoletti a Pordenone e la primaria e il liceo Vendramini in Corso Vittorio.
La Federazione italiana delle scuole materne cattoliche (Fism) ha festeggiato i primi 45 anni di educazione a Pordenone qualche mese fa. I nidi d’infanzia, le sezioni primavera e materne paritarie sono gestiti dalle parrocchie, associazioni e fondazioni che convergono alla Fism, con circa 4 mila bimbi iscritti e un organico di circa 400 insegnanti, educatori, operatori. Una realtà inossidabile all’inverno demografico che ha creato un crollo di 1.200 iscritti nelle scuole statali nell’ultimo biennio.
Per esempio l’istituto Vendramini a Pordenone ha 500 iscritti dalla primaria al liceo e festeggia 90 anni. «L’istituto – ha detto Anna Romano, che lo dirige con lo spirito di servizio cristiano tramandato dal 1934, quando fu fondato dalle suore francescane elisabettine – si è distinto per la centralità degli studenti, come comunità educante: tradizione cristiana e innovazione didattica sono il doppio binario del nostro fare scuola, con uno staff docente in gamba e pronto a mettersi in gioco in tanti progetti».
«Chiamiamo i nostri studenti per nome – ha aggiunto il direttore don Marino Rossi –. Li seguiamo e accompagniamo nella crescita personale». Porte aperte domenica per l’orientamento alle iscrizioni.
