In questi giorni è stato distribuito dall’editore Gaspari il libro “Fascisti al Governo. Violenza di Stato. Il primo ministero Mussolini e il delitto Matteotti”, di Enrico Folisi, che attraverso fonti media e un ricco apparato fotografico analizza gli anni del primo governo Mussolini fondamentali per comprendere fino in fondo che cosa portò alla cancellazione della democrazia liberale e definire chi contribuì con la violenza e con l’azione parlamentare, con le leggi liberticide e con l’omicidio politico, alla costruzione del regime fascista e della dittatura. Pubblichiamo parte della postfazione che chiude il libro.
Una breve azzardata ma utile riflessione comparativa sull’estrema destra italiana andata al governo nel 1922 e l’estrema destra italiana andata al governo nel 2022.
Nel 1922, come mostra il libro, l’estrema destra, il partito nazionale fascista di Mussolini per affermarsi, deve, non solo marciare su Roma, ma ottenere, l’appoggio di altre componenti politiche della conservazione, dai mille rivoli della compagine liberale ai popolari, ma anche ottenere l’avvallo della Confindustria, dell’alta finanza e avere dalla propria parte il Re e quindi l’esercito, e il Papa e quindi l’associazionismo cattolico.
Non dimentichiamo che il capo del fascismo deve anche guadagnarsi il riconoscimento, della politica estera, soprattutto di Francia e Gran Bretagna, confermato, nella Conferenza di Losanna nel 1923. Mussolini si approfitta naturalmente della debolezza delle opposizioni mai unite e soprattutto di una sinistra impaurita e dispersa in più tronconi, e si fa forte della presenza dei suoi squadristi, le cui azioni illegali e omicide non si sono mai del tutto fermate, pronti, a loro dire, a una vera violenta risolutiva spallata, a concludere quella rivoluzione fascista che con la Marcia su Roma, di fatto una sfilata per le vie della Capitale e poco più, non c’è stata, ma sempre disponibili a eliminare fisicamente gli irriducibili come l’on. Matteotti.
Nel 2022 l’estrema destra, il partito Fratelli d’Italia della Meloni, vince le elezioni con sei punti percentuali in più del secondo partito, da solo non ha i numeri per un proprio governo, ottiene l’appoggio, come da accordo preelettorale, delle altre componenti politiche della conservazione, della destra italiana.
La coalizione raggiunge la maggioranza per governare e riesce ad avere anche l’avvallo dei poteri forti e il bene stare della Borsa che si manifesta all’indomani del risultato delle elezioni, quando apre la seduta col segno più e ottiene peraltro anche l’appoggio della politica internazionale, che la presidente ha preparato pazientemente, attraverso incontri ad alto livello con rappresentanti degli Usa, della Nato, dell’Eu, e dei principali Stati Europei a cui fa subito intendere di allinearsi senza nessuno, seppur piccolo, scossone, alle principali direttive della politica estera ed economica mondiale. Mettendo da parte tutte quelle arrabbiate parole d’ordine anti sistema che l’avevano caratterizzata nei precedenti anni d’opposizione. I partiti italiani di centrosinistra divisi e confusi non hanno potuto nemmeno tentare di vincere le elezioni politiche, infatti il sistema elettorale senza strette alleanze, che irrazionalmente non vengono realizzate, non lo consente.
Mussolini nel 1922 procede a tappe forzate per diventare Premier unico e ottenere il passaggio da presidente del Consiglio dei ministri, a Capo del Governo, primo ministro, segretario di Stato, di fatto, non più responsabile di fronte al Parlamento.
Lo Stato liberale parlamentare italiano viene, quindi, trasformato da Mussolini in regime e Stato fascista con una serie di leggi, le ultime delle quali dette “fascistissime”, che fanno di Mussolini un dittatore.
Oggi la presidente del Consiglio Meloni propone una legge che in un prossimo futuro la possa far divenire premier indiscusso, che alle prossime elezioni politiche determini un premier votato dagli italiani che abbia più poteri.
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