PRATO CARNICO. L’obiettivo è ultimare, nel giro di un paio di settimane, i lavori sulla strada regionale 465 interrotta in località Rio Bianco, in alta Val Pesarina, dopo la frana del 7 agosto per garantire il transito attraverso un sistema di monitoraggio con sensori e telecamere.
Questo il punto fissato nel corso del vertice che si è tenuto giovedì 22 agosto in municipio a Prato Carnico. Presenti, oltre al sindaco Erica Gonano, i vertici della Protezione civile regionale guidata da Amedeo Aristei e di Fvg Strade.
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Pur con qualche disagio, le condizioni di raggiungibilità di tutti i punti della valle sono garantiti, ma la riapertura della strada è vincolata alle condizioni di sicurezza, come ha spiegato l’assessore regionale con delega alla Protezione civile Riccardo Riccardi presente con l’assessore regionale alle Infrastrutture e territorio Cristina Amirante.
«Una volta ripristinato l’alveo e terminata la valutazione geologica – le sue parole – bisogna capire se vi siano le condizioni di sicurezza o se occorrano nuovi interventi e se, per una prima transitabilità, serva un monitoraggio da remoto che consenta di intervenire con chiusure e riaperture temporanee in caso di emergenza. Poi si procederà con interventi di medio-lungo periodo al ripristino del versante e alla messa in sicurezza permanente della strada».
Al momento non è transitabile in ambedue i sensi nel tratto a nord di Pesariis verso Pradibosco-Pian di Casa, Sauris, Cadore.
«I lavori – ha spiegato Amirante – proseguono per rimuovere la grande quantità di detriti del ghiaione e fare in modo che eventuali altri fenomeni franosi passino al di sotto della strada, senza interessare la carreggiata. Nel medio lungo periodo occorre immaginare un sistema di protezione definitivo, tra la strada e il versante del ghiaione, con barriere che possano arginare gli eventuali frane».
In una seconda fase si procederà con il ripristino e la messa in sicurezza del versante. «Bisogna tenere presente – ha aggiunto Riccardi – che abbiamo a che fare con fenomeni nuovi, dovuti a un cambiamento climatico che ci mette di fronte a eventi sempre più frequenti e impattanti».
«Rispetto a questo – ha detto ancora Riccardi – la Regione continua a investire: se non avessimo stanziato ingenti risorse negli ultimi anni, i risultati sarebbero infatti completamente diversi. Riguardo all’ultima emergenza, cercheremo di capire se questa criticità possa rientrare negli stanziamenti dell’assestamento di bilancio autunnale dopo aver garantito una riapertura monitorata nel breve termine».
Un impegno, ha evidenziato il vicepresidente del consiglio regionale Stefano Mazzolini, a sostegno di una strada che «collega il Friuli Venezia Giulia al Veneto e garantisce l’accesso al rifugio De Gasperi. La Regione sta mettendo in campo tutte le energie e le risorse economiche per risolvere quanto prima il grave versamento di oltre 200.000 metri cubi di materiale».
Uno spiraglio dunque per la vallata, penalizzata da un evento che ha limitato i flussi turistici in un periodo strategico, come ha evidenziato il sindaco Gonano, chiedendo compensazioni per le attività locali che hanno subito un duro contraccolpo.
«È una strada trafficata da bici, moto e auto che ci collega a Sauris, a Vigo di Cadore e a Casera Razzo – ha spiegato Gonano – l’interruzione ha inciso sulla stagione turistica isolando anche il rifugio De Gasperi rispetto alla vallata. Dal giorno della frana Fvg Strade ha lavorato costantemente, ma il versante è ancora instabile. Abbiamo chiesto – ha aggiunto – che l’arteria sia riaperta al più presto visto che si avvicina la stagione autunnale, ma la sicurezza resta una priorità».