UDINE. La mano sinistra sulla nuca, poi il colpo repentino al collo con la destra, affondando il coccio del calice che impugnava dall’esterno verso l’interno.
È così che, secondo la Procura di Udine, Anderson Vasquez Dipre, 35 anni, originario della Repubblica Dominicana e residente a Tarvisio, ha ucciso Ezechiele Mendoza Gutierrez, 31 anni, suo connazionale, residente a Campoformido, la mattina di Capodanno, il primo gennaio scorso, al termine del veglione a cui avevano partecipato, al “Laghetto Alcione” di via dei Prati, a Udine.
L’imputazione è stata notificata in questi giorni all’indagato con l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.
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Il pubblico ministero Elisa Calligaris gli ha contestato le aggravanti dei futili motivi, del fatto di avere agito mentre si trovava in detenzione domiciliare a Udine – da qui, anche l’accusa di avere violato l’ordinanza che il magistrato di sorveglianza aveva pronunciato il precedente 8 settembre – e della minorata difesa della vittima, avendo colpito Mendoza all’improvviso, nonostante fosse alterato dall’assunzione di alcol e sostanze stupefacenti, e in un contesto di apparente amicizia.
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Quanto ai futili motivi, di per sé sufficienti a escludere la possibilità per la difesa di chiedere la celebrazione del processo con il rito abbreviato, trattandosi di aggravante che, qualora riconosciuta, determinerebbe la condanna all’ergastolo, l’attività investigativa ha accertato esistere tra i due pregressi motivi di contrasto. Dipre, in particolare, avrebbe covato da tempo un risentimento verso Mendoza per questioni di donne e di precedenti offese.
Ora, l’avvocato Emanuele Sergo, che assiste l’indagato, avrà venti giorni di tempo per chiedere al magistrato inquirente l’interrogatorio del proprio cliente o per depositare memorie difensive, o, ancora, per chiedere ulteriore attività istruttoria. Da noi contattato, il legale che difende l’accusato di omicidio ha spiegato di «riservarsi qualsiasi tipo di istanza, dopo aver preso compiuta visione dei dati d’indagine».
Dipre, che era stato fermato dai carabinieri a poche ore dall’omicidio in un albergo a Tarvisio, ha sempre sostenuto di avere colpito il connazionale per difendersi da una presunta aggressione. A smentirlo, però, sarebbero i filmati delle telecamere presenti all’esterno del locale e la ricostruzione dei fatti, così come proposta dal medico legale incaricato dell’autopsia dalla Procura.
Per il medico legale Antonio Cirnelli, la ferita di otto centimetri sul collo della vittima testimonia una «vis lesiva consistente» e non è compatibile con quella spinta che l’indagato ha raccontato di aver dato al contendente per allontanarlo.
Punti fermi, questi, che, al giro di boa delle indagini, anche i familiari della vittima, ossia la madre Daysi Maria Feliciano, assistita dagli avvocati Luca Umana e Antonio Todaro, e il padre Pedro Antonio Mendoza Gutierrez, assistito dall’avvocato Roberto Mete, cercheranno di fare valere nel corso del processo in cui intendono costituirsi parte civile.
