È successo a Barcellona, dove la 22enne friulana sta seguendo un master: «Non ci ho pensato, ho agito d’istinto». Il giorno dopo è tornata nel bar davanti al quale era successo tutto è ha trovato la missiva scritta dalla giovane che aveva subito violenza: «C’era scritto che grazie al mio gesto aveva trovato la forza di denunciarlo»
UDINE. Le urla, gli strattonamenti, le mani a collo. Il confronto impari tra lui, aggressivo, e lei che si difendeva come poteva. Questa la scena che Lucrezia Trotter, 22enne udinese in questo periodo in Spagna, ha deciso di non tollerare.
Erano due giovani turisti stranieri che stavano litigando animatamente, prima solo a parole, mentre poco dopo il ragazzo è passato alle mani. Così Lucrezia, laureata da poco in Design d’interni al Politecnico di Milano e nella città catalana per seguire un master in Scenografia, è intervenuta, con coraggio, in difesa dell’altra ragazza. E lui, in risposta, l’ha colpita con un pugno in pieno viso, per poi andarsene trascinando via anche la compagna.
È successo sabato scorso, 20 luglio, per strada, in pieno giorno e davanti a un bar del centro di Barcellona. Lì per lì, per la 22enne – che è stata soccorsa dal personale del vicino locale – sono rimasti solo quel livido sulla guancia e il dispiacere per non essere riuscita ad aiutare la vittima delle violenze.
Poi, quella lettera. Tornando il giorno dopo nel bar, Lucrezia ha infatti scoperto che qualcuno aveva lasciato uno scritto.
Era la ragazza che aveva provato a salvare. Anzi, era la ragazza che aveva salvato veramente perché, nella missiva, c’era scritto che aveva trovato la forza di agire, di “rompere” con quell’uomo e di denunciarlo alle autorità. «E tutto questo solo grazie a te» le aveva scritto la sconosciuta, una turista originaria forse della Russia, o almeno così ha ipotizzato Lucrezia in base al prefisso del numero di telefono riportato in calce alla lettera.
«Mi hai dato la forza per prendere una decisione cruciale per la mia vita e per la mia sicurezza. E per questo ti sono debitrice» sono ancora le parole, piene di gratitudine, rivolte a Lucrezia dalla ragazza che poi si è firmata e, come detto, ha lasciato un numero di telefono.
«Ho provato a contattarla – spiega la stessa Lucrezia, ma purtroppo è come se non le arrivassero i messaggi, non so perché. Quella sera – racconta – ero sotto casa mia, abito in centro a Barcellona. Ho visto che una coppia stava litigando. All’inizio urlavano soltanto, poi lui ha cominciato a spingerla e la teneva per le braccia e per il collo. Era pieno di gente, ma nessuno faceva nulla. Solo qualcuno aveva cominciato a riprendere con il telefonino. Quando è stato troppo, sono intervenuta per separarli e lui, annebbiato dalla rabbia o da non so che cosa, mi ha tirato un pugno quando gli ho detto che avrei chiamato la polizia. Poi ha preso la ragazza per un braccio e si sono allontanati. Il giorno dopo ho trovato il biglietto in cui mi ringraziava e mi diceva di aver lasciato e denunciato il compagno. Da quanto ho capito, erano due turisti, sembravano avere tra i 25 e i 30 anni. E poi lei ha scritto che stava tornando al suo Paese».
Subito dopo Lucrezia spiega di «non aver pensato a nulla in quei momenti e di aver agito d’istinto» dopo aver visto una persona in difficoltà: «Per me – precisa – sarebbe stato impensabile andare via. Ho preso un pugno, ma ne è valsa la pena se poi lei è riuscita a uscire da quella relazione e a denunciare».
Quando hanno saputo dell’accaduto, i genitori di Lucrezia, a Udine, erano molto preoccupati: «Mi ero spaventata e l’ho quasi rimproverata – dice mamma Alessandra Dall’Acqua –, ma sono davvero orgogliosa di lei, perché non si è girata dall’altra parte e, pur essendo una ragazza dalla corporatura esile, è stata coraggiosa e determinata nel frapporsi ai due per difendere la ragazza».
