Si concluderà solo lunedì 22 luglio, salvo sorprese, l’odissea del gruppo di studenti dell’università di Udine rimasto bloccato all’aeroporto di Londra a causa del blackout informatico dei sistemi di sicurezza di Crowdstrike e Microsoft che ha interessato l’intero pianeta.
Ai tredici ragazzi friulani e veneti arrivati a Heathrow nel pomeriggio di sabato 20 luglio, domenica 21 luglio, di mattina, se ne sono aggiunti altri cinque accompagnati dal professore dell’ateneo friulano Marco Sartor.
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Anche il loro volo verso New York, dove li attende un corso di alta formazione alla St. John’s University, è stato cancellato.
In tutto sono ventotto gli studenti di Ingegneria gestionale dell’Università di Udine selezionati per partecipare. Un gruppetto è già riuscito a raggiungere la Grande Mela per l’avvio del corso, previsto per questa mattina. Chi invece ha utilizzato l’aeroporto di Londra per l’imbarco sul volo internazionale appoggiandosi a British Airways si è ritrovato bloccato da sabato.
I diciotto studenti riusciranno a lasciare Heathrow solo il 22 luglio: alcuni alle 8, altri alle 11, altri ancora alle 15. «Siamo stati ore in coda per cercare di farci cambiare volo, ma non ci hanno trovato soluzioni alternative – ha raccontato la studentessa Francesca Miculan –. Alla fine ci siamo ritrovati con due voli prenotati per lunedì, uno diretto per New York, l’altro verso Philadelphia. Altre ore in coda per risolvere tutto, sperando di avercela fatta. L’assistenza che ci hanno fornito non è stata all’altezza».
I ragazzi, quindi, entro questa notte, raggiungeranno la Grande Mela e martedì si ritroveranno tutti insieme in aula per il corso in “Intercultural Management in Global Operations” alla St. John’s University. Un’iniziativa ideata dal professor Sartor con l’università di Udine, con l’appoggio economico di Fondazione Friuli, Danieli, Abs e Alig.
«Mi sono già confrontato con la collega di New York per poter registrare la prima lezione, dando così modo ai nostri ragazzi di seguire l’avvio del corso in differita, al loro arrivo nella città Usa».
Gli studenti, nelle ultime quarantotto ore, sono stati sballottati tra una fila e l’altra di Heathrow alla ricerca di informazioni. A tutti è stato assegnato un posto in un albergo di Londra (ad alcuni di loro solo sabato a mezzanotte) e il nuovo volo è stato riprogrammato senza costi aggiuntivi. Però potrebbe aprirsi un contenzioso sulle ragioni dell’annullamento: «La condotta della compagnia aerea non è stata ortodossa – ha assicurato il professor Sartor –. Gli studenti, per la cancellazione del volo, hanno diritto a un rimborso di 600 euro per i disagi patiti, cifra certamente importante per persone della loro età. British Airways, però, ha motivato il blocco dei voli per condizioni meteo avverse, mettendolo per iscritto attraverso una email. Sappiamo tutti che la causa delle cancellazioni è stato il baco nel sistema Microsoft, quindi non si capisce il motivo di voler dare una simile spiegazione, se non quello di provare a evitare il rimborso. La verità è che dopo due giorni all’aeroporto di Heathrow i problemi non sono ancora stati risolti. Stiamo cercando di capire il da farsi – ha chiuso Sartor – per non aggiungere, oltre al danno, anche una beffa».