Terminati gli accertamenti disposti dall’autorità giudiziaria sarà organizzato un ricordo pubblico a Udine per rendere omaggio all’imprenditore giapponese
UDINE. Fatica a trattenere le lacrime e parla con la voce rotta. «Era una persona eccezionale», dice Paolo Schiffo, titolare dell’osteria “Al Pavone” di via Muratti, ripensando a Shimpei Tominaga, l’imprenditore giapponese di 56 anni morto per le conseguenze di un pugno, nel tentativo di sedare una rissa.
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«Non si può morire così», aggiunge Schiffo, che con Tominaga ha condiviso tanti momenti belli. «È stato un amico, un vero amico», assicura, ricordando le tante giornate trascorse insieme all’imprenditore giapponese, a sua moglie Chinatsu e al figlio tredicenne.
Schiffo quasi si affanna a ripercorrere i momenti vissuti con la famiglia Tominaga, cercando le foto nel telefono cellulare e richiamando alla mente gli incontri più importanti.
«Vogliamo fare qualcosa in suo ricordo, ne ho già parlato con Chinatsu: esporrò davanti al locale una bandiera giapponese in suo memoria. Mi sto organizzando. Shimpei non può essere dimenticato».
Schiffo ne ha parlato proprio mercoledì con Chinatsu. Lei e il figlioletto sono passati a trovarlo in osteria: «Abbiamo pianto insieme – confessa – in certe situazioni non c’è molto da dire. La vedova mi ha assicurato che dopo il dissequestro della salma, terminati gli accertamenti disposti dall’autorità giudiziaria, organizzerà un ricordo pubblico a Udine per dare modo a tutti gli amici e i conoscenti di dare un ultimo saluto a Shimpei, con tutta probabilità nella camera ardente vicino al cimitero di San Vito. Poi la salma sarà cremata e farà ritorno in Giappone».
A colpire particolarmente Schiffo, in questi momenti così drammatici per la famiglia di Tominaga, è stata la compostezza: «La vedova sta dimostrando una dignità eccezionale: non le ho sentito pronunciare una sola parola di odio o di astio nei confronti del giovane che ha aggredito suo marito. E non è una cosa tanto comune in una situazione simile».
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Detto questo, il titolare dell’osteria di via Muratti, ha lasciato libera la memoria per ripercorrere alcuni dei momenti più belli trascorsi insieme a Tominaga: «Ci siamo molto divertiti insieme – ricorda –. Diverse volte ci siamo ritrovati alla trattoria alla Vedova e gli aneddoti sono tanti.
Una volta, quando c’era ancora l’obbligo delle mascherine per il Covid, ha voluto che fingessi di essere un suo collaboratore arrivato da Francoforte. Mi ha presentato come Pauli. Era una persona di grande spirito.
E guai a te se provavi a pagare il conto: se ti alzavi con la scusa di dover andare ai servizi prima di finire la cena ti seguiva per controllare che non ti dirigessi alla cassa. Ne ho conosciute poche di persone come lui – chiarisce Schiffo –.
L’ultimo nostro desiderio era di andare a pranzo Da Nando, a Mortegliano, ma purtroppo non abbiamo fatto in tempo».
Sulle circostanze che hanno portato alla morte di Tominaga, Schiffo ha un suo pensiero in merito: «Si è ritrovato a essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Purtroppo nella vita di una persona può capitare».
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L’oste di via Muratti dice la sua anche sull’ordinanza anti-alcol emessa dal Comune. Una stretta agli alcolici che colpisce soprattutto la zona di borgo stazione, ma anche il centro storico: «Ha poco senso, perché non è l’alcol il problema. Purtroppo questi gruppetti di malintenzionati stanno diventando una vera emergenza.
Qualche giorno fa sono passati vicino al mio locale e dopo aver preso a calci le fioriere hanno sputato sulla vetrata.
Ero sa solo in osteria e non sapevo come comportarmi. Ho lasciato perdere, ma non si può andare avanti così.
Non so dire se la causa di quello che sta avvenendo sia della politica o meno, ma serve un cambio di rotta immediato».
Intanto in città le attestazioni di stima nei confronti dell’imprenditore giapponese si susseguono. Una dimostrazione di quanto Tominaga fosse ben visto da tanti. Sulle vetrine di diversi negozi del centro storico sono apparsi dei cartelli con la scritta “Giustizia per Tominaga” e in via Pelliccerie, nel luogo dove l’imprenditore giapponese è caduto a terra dopo essere stato colpito da un pugno, sono apparsi mazzi di fiori e messaggi di cordoglio.
C’è anche una lettera che qualcuno ha voluto scrivere, indirizzandola a Shimpei.
Per molti udinesi essere intervenuto a difesa del ragazzo ferito che chiedeva aiuto nel Buonissimo kebab di via Pelliccerie, non voltandosi dall’altra parte, è da considerare un gesto eroico.
E come tale meriterebbe un riconoscimento pubblico.
