foto da Quotidiani locali
Ha passato la serata a spiegare e rispiegare sempre la stessa cosa ai clienti che non sapevano nulla dell’ordinanza sindacale e non avevamo letto il cartello affisso all’ingresso in cui si spiegava che dalle 18 era vietata la vendita di alcolici e superalcolici.
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Quando la cassiera del Prix di viale Leopardi invitava i clienti a lasciare giù le birre o le bottiglie di vino, toccava a Ezio spiegare i motivi e poi riportare gli alcolici al loro posto sugli scaffali. E non tutti erano d’accordo.
«Ho avuto un paio di diverbi perché in molti, quando capiscono che non possono acquistare gli alcolici, sono contrariati, in tanti ci dicono che non li bevono in strada, ma a casa e quindi non vorrebbero rinunciare ma io sono inflessibile, se non si può fare, non si fa e basta», spiega Ezio, dipendente dell’agenzia di sicurezza Top secret che da 4 mesi è impegnato in Borgo stazione ma ha alle spalle una lunga esperienza nel settore: «Lavoro nella sicurezza da 20 anni, ho fatto concerti, feste private in discoteche, insomma un po’ di tutto e devo dire che qui nel quartiere la situazione è impegnativa, non sempre è facile farsi capire per via della lingua e spesso abbiamo a che fare con persone che hanno già bevuto».
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Da ieri però, in borgo stazione, non si può più vendere alcoli per asporto dopo le 18 e fino alle 8 del mattino successivo mentre nel resto della città la limitazione vale dalle 21 alle 8.
«Non so se servirà - dice l’armena Ana Gevorgian del Cafe Corin di via Roma - perché chi vuole bere troverà comunque il modo di farlo e poi la somministrazione è consentita. Il problema vero, a mio avviso, è che in Italia tanti ritengono che le pene non siano severe. Se picchio qualcuno e poi non vado in carcere...».
Ieri le forze dell’ordine erano ovunque: da una parte la camionetta dell’esercito dall’altro la volante della polizia e la pattuglia della polizia locale, impossibile non notarle.
«Ma le cose non cambiano - ha detto un esercente che ci ha chiesto di restare anonimo - c’è chi spaccia e le risse sono sempre più frequenti e anche se la polizia ne porta via qualcuno il giorno dopo sono di nuovo qua. Io non vendo alcolici quindi l’ordinanza non mi cambia niente, ma non basterà quella a cambiare le cose».
Sono in tanti i locali che hanno deciso di non vendere più alcolici, per qualcuno è una scelta religiosa come all’Atik Halal di viale Leopardi 29 o al Minimarket sull’altro lato della strada, per altri un tentativo di non attirare “brutta clientela”.
Ma i problemi restano. Mihaliton è arrivato in Italia dal Bangladesh quando aveva 16 anni: «Alla Casa dell’Immacolata mi hanno insegnato la lingua, a fare la pizza e a lavorare, io dal 1999 lavoro in una ditta che fa sedie a Manzano, abito in via Cividale e sto bene, ma da qualche anno la situazione è cambiata e quando vengo in Borgo stazione so che devo stare attento».
Molti ci segnalano la presenza di spacciatori, altri ci fanno notare le bottiglie di vino e le lattine di birra vuote lasciate sul marciapiede. Prima delle 18.
