È accusato di omicidio stradale e guida in stato di ebbrezza a seguito dell’incidente in cui ha perso la vita Max Macoratti
SAN GIORGIO DI NOGARO. Viaggiava con un tasso alcolemico pari a poco più di 1,30 grammi per litro di sangue Dritan Lagji, il 27enne originario dell’Albania e residente a San Giorgio di Nogaro, che sabato sera, attorno alle 22.30, lungo la strada provinciale 80, all’altezza del centro commerciale Acquazzurra, ha travolto l’auto condotta da Max Macoratti, causandone la morte.
La vittima, deceduta sul colpo, aveva a sua volta 27 anni, abitava a San Giorgio di Nogaro, era padre di un bambino di 4 anni, che si trovava in auto con lui ed è rimasto gravemente ferito - trasportato in ospedale, a Udine, dopo un delicato intervento alla testa, è stato ricoverato in terapia intensiva - e lavorava come operaio a Pocenia.
A carico dell’indagato, sulla scorta delle indagini condotte dai carabinieri di Palmanova e Latisana, la Procura di Udine ha formulato l’ipotesi di reato dell’omicidio stradale e delle contravvenzioni amministrative della guida in stato di ebbrezza, del danneggiamento della segnaletica, dell’invasione della corsia opposta e della mancata conversione della patente straniera entro l’anno.
Al momento, non risulta essere stata disposta l’autopsia sul corpo della vittima. Nelle prossime ore, quindi, non è escluso che il magistrato decida di rilasciare il nulla osta alla restituzione della salma alla famiglia.
Sul fronte investigativo, invece, le indagini sono in pieno svolgimento. L’indagato ha nominato come proprio difensore l’avvocato Roberto Mete.
«Il mio cliente è ancora sotto choc, tanto da essere stato costretto a chiedere l’intervento del personale medico – ha detto il legale –. Non ricorda cosa possa essere accaduto, l’accertamento del tasso alcolemico di per sé non può essere considerata la causa diretta del sinistro, considerate la giovane età e la prestanza fisica, e non possiamo escludere cause riconducibili allo stato dei luoghi, dato che era appena partito da un incrocio con semaforo e non poteva procedere con velocità eccessiva. Vedremo – ha concluso – all’esito degli accertamenti investigativi»
