Salvato in extremis dopo nove arresti cardiaci, oggi può raccontare la sua esperienza, tra la vita e la morte e ringraziare il personale dell’ospedale Pietro Cosma di Camposampiero, «che mi ha salvato», esclama.
Lidio Formentin, 75 anni, di Trebaseleghe, in un tranquillo venerdì di due settimane fa, all’ora di pranzo si è sentito male nella sua abitazione di via Crosariole. L’uomo è stato subito soccorso dalla moglie Luigina e dal figlio Fabio che ha chiamato il 118 e praticato il primo soccorso appreso nei corsi aziendali organizzati da Grafica Veneta, dove lavora.
«Voglio nominare personalmente tutti gli operatori, infermieri e medici che mi hanno seguito per la loro professionalità e umanità. Questa è la sanità che tutti vorrebbero», spiega Formentin, autotrasportatore in pensione.
Il salvataggio miracoloso inizia in ambulanza con il medico Marica Perlati e gli infermieri Valentina Tonello e Alberto Tagliolini «che si è anche slogato una spalla durante le operazioni per soccorrermi», racconta Lidio Formentin.
Giunto a Camposampiero, il cuore dell’uomo si era già fermato nove volte a causa di un infarto di terzo tipo e la sua vita era ormai appesa ad un filo. Da qui, dopo la prima assistenza degli infermieri Martino Giacon e Mattia De Lazzari, la decisione di operarlo d’urgenza: «Mi hanno assistito il direttore dell’Unità operativa di Cardiologia Emanuele Bertaglia, con i dirigenti medici Chiara Merola, Francesco Rivezzi e Simone Sottini e tutto il personale della sala di elettrofisiologie e del reparto che ringrazio di cuore», è proprio il caso di dire. Dopo alcuni giorni di degenza al Pietro Cosma, Lidio Formentin è tornato a casa.