Dal primo settembre la ricerca dei professori mancanti si fa online. Padova è una delle prime province in Italia a sperimentare il nuovo sistema entrato in vigore la scorsa primavera. E lo fa perché le graduatorie, per alcune materie, sono esaurite: i buchi - almeno un centinaio di cattedre solo per il sostegno - vanno colmati con il meccanismo dell’interpello.
Questo significa che quando i presidi devono assegnare una supplenza, sia essa a lungo o a breve termine, in base all’ordinanza emanata dal Ministero (numero 88 del 16 maggio 2024), non possono più utilizzare le cosiddette Mad, ovvero “messa a disposizione”. Di fatto, prima di assumere qualsiasi supplente, i dirigenti scolastici devono effettuare l’interpello, pubblicando la ricerca di docenti sul sito della propria scuola, che viene traslato anche sul sito dell’Ufficio Scolastico Provinciale, guidato da Roberto Natale.
Se prima, in un istituto comprensivo della città mancava un supplente oppure un docente si ammalava all’improvviso, il dirigente aveva la possibilità di nominare il professore mancante facendo ricorso alle Mad. A partire da quest’anno, invece, niente più Mad e obbligo di cercare i supplenti effettuando, ogni volta che serve, il relativo interpello sulla piattaforma telematica della propria scuola.
Naturalmente la supplenza non può essere assegnata in tempo reale o nella stessa giornata in cui viene formulato l’interpello. Si devono aspettare le domande, che possono arrivare da tutta Italia e la preside deve anche stilare un elenco dei richiedenti in base ai titoli presentati. Se tutto va bene, quindi, per coprire il ruolo necessario passano circa 4-5 giorni.
In tutta la provincia, ad oggi, sono stati nominati 174 docenti di ruolo e 2.467 supplenti, compresi gli spezzoni. Per arrivare ad avere tutte le cattedre coperte, tuttavia, a venti giorni dal suono della prima campanella, mancano ancora 100 supplenti di sostegno, per lo più nelle materne statali e nelle elementari ed alcuni docenti di materie scientifiche specializzate negli istituti superiori.
Non sono pochi i dirigenti critici nei confronti della nuova procedura. «Il ministero dell’Istruzione ha abolito le Mad perché la procedura precedente dava uno spazio maggiore alla discrezionalità dei presidi» osserva Enrico Ghion, dirigente all’Einstein di Piove di Sacco, dopo aver guidato il Selvatico per sei anni e coordinatore provinciale dei presidi iscritti all’Anp «la nuova metodologia è più trasparente di quella precedente. Ma, come in quasi tutti i cambiamenti, si registrano effetti concreti che, evidentemente, non erano previsti. In particolare è più lenta rispetto a prima e richiede anche un lavoro in più da parte degli addetti alle segreterie amministrative delle singole scuole».
Le considerazioni di Ghion sono condivise da tanti presidi. «Ghion ha ragione» sostiene Concetta Ferrara, preside negli Ic 9 e 11 «il nuovo metodo è più ordinato e trasparente, ma non risolve l’urgenza di fronte alle assenze improvvise. Comunque noi dirigenti ci siamo subito adeguati alla nuova normativa e la stiamo rispettando».
Dello stesso avviso anche Andrea Muto, preside titolare al Severi e reggente al Secondo IC-Ardigò, dov’era titolare prima «I problemi maggiori li hanno i presidi che devono nominare più supplenti» sottolinea «quest’anno, poi, ci sono più ritardi in tutti i tipi di nomine perché le operazioni ministeriali sono cominciate solo a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico».
La nuova procedura, tuttavia, non vale per le scuole paritarie? «No» conferma subito Mirco Cecchinato, presidente Fism «tra materne e primarie abbiamo 17.000 bambini. Noi abbiamo un altro sistema di assunzione in stretta collaborazione con la Diocesi».