La chiesa piena e la diretta streaming su YouTube per i colleghi e gli amici che lo conoscevano in giro per il mondo: in centinaia hanno voluto salutare, fisicamente e a distanza, per l’ultima volta Paolo Bellamio, lo chef di 41 anni morto due settimane fa in Arabia Saudita. «Ho avuto modo di conoscere Paolo, era una persona speciale», ha spiegato don Narcisio Favaron durante l’omelia, parroco a Ponso dai primi anni ‘90 fino al 2007. «Quante esperienze fatte assieme con i gruppi, non ti dimenticheremo». «Con te abbiamo vissuto il nostro paese e gli anni più belli della nostra vita», hanno poi letto gli amici, tutti uniti dietro all’ambone. «Quanto era bello trovarsi quando tornavi dai tuoi lunghi viaggi lavorativi. Non dimenticheremo il tuo dialetto contaminato dalle tue esperienze in giro per il mondo».
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E dopo il pensiero dell’equipaggio della nave dove il cuoco lavorava e delle parole in inglese dei colleghi che hanno condiviso con lui esperienze in Arabia Saudita, ha concluso con emozione il fratello Simone: «Ti ho visto nascere, ma non pensavo di vivere anche questo momento. Ci hai fatto viaggiare e vivere delle esperienze bellissime. Tutto quello che abbiamo vissuto assieme rimarrà scritto nel mio cuore. Grazie Paolo, fai buon viaggio».
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Il cuoco, che stava finendo i lavori di ristrutturazione nel nuovo appartamento a Ponso, sarebbe tornato la domenica di quella stessa settimana, il 21 luglio, dalla propria famiglia: è stato rinvenuto senza vita dai colleghi nella sua cabina, a bordo dello yacht di un facoltoso asiatico per cui lavorava sotto la Hill Robinson Yacht Management. Dopo la liturgia e la processione, la salma è stata sepolta a terra nel cimitero di Ponso.