Se il giudizio positivo sul tram non è una novità – anzi, è una valutazione confermata dalle urne nel 2022 – sembra che persino i cantieri non creino problemi ai padovani, al di là delle arrabbiature momentanee per le code.
Nel sondaggio diffuso dal Comune il 76% degli intervistati ritiene «giusto sostenere un disagio per un vantaggio futuro», mentre solo il 19% pensa che questi lavori «non portano alcun vantaggio».
Una rilevazione effettuata nel marzo scorso – quando comunque i cantieri riguardavano in particolare via Gattamelata e l’incrocio Sografi-Forcellini – che Palazzo Moroni ha reso nota per rispondere alle polemiche dei comitati e di alcune associazioni di categoria.
A cui però l’amministrazione tende una mano: «I padovani hanno compreso lo spirito che ci anima nel rendere migliore la mobilità cittadina. Abbiamo convocato per i prossimi giorni un tavolo con le associazioni come Ascom, Confartigianato, Cna, Appe, Confesercenti, Confindustria e la Camera di commercio con l’obiettivo di proseguire nel costante confronto con la programmazione necessaria e individuare modalità per andare ulteriormente incontro alle loro esigenze», chiarisce il vicesindaco Andrea Micalizzi.
Il committente del sondaggio, in realtà, è la Ferrari Ferruccio, una delle aziende che stanno realizzando il Sir3: «Per noi è fondamentale avere chiara qual è la percezione delle persone verso l’opera che stiamo contribuendo a realizzare. E stiamo mettendo in campo il massimo sforzo per ridurre i disagi – spiega l’amministratore delegato Giacomo Baita (figlio di Piergiorgio, ex presidente della Mantovani spa) – Dopo questa estate, in cui metteremo in cantiere lavori anche molto impattanti, intendiamo ripetere l’indagine per tenere monitorata la situazione passo passo».
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Ma anche guardando al futuro il sondaggio realizzato a marzo parla chiaro: il 69% esprime giudizi positivi sullo sviluppo delle nuove linee e la stessa percentuale valuta con favore anche l’allungamento della rete Smart anche fuori città, nei Comuni della cintura urbana.
Quali sono quindi i vantaggi che convincono i padovani della bontà del nuovo mezzo? Per il 79% i giudizi positivi si concentrano su «velocità e facilità di spostamento in città»; il 73% valuta anche l’impatto ambientale con la possibilità di migliorare la qualità dell’aria; infine per il 66% i nuovi tram miglioreranno anche il traffico ed anche la sicurezza stradale.
Tra coloro che già usano il tram i vantaggi segnalati sono: la rapidità di spostamento (89%), la puntualità (89%), il rispetto dell’ambiente (87%), la sicurezza rispetto agli incidenti stradali (86%), la comodità del pagamento (82%). Meno apprezzati sono invece i versanti della sicurezza personale e soprattutto il prezzo del biglietto e degli abbonamenti, costi che sono stati aumentati esattamente un anno fa.
Infine, alla domanda «se il tram passasse vicino a casa sua lo userebbe di più?», la risposta positiva è stata del 70% degli intervistati.
«Questa indagine conferma che il tram ha grande consenso tra i padovani e l’88% lo giudica in maniera positiva – commenta l’assessore alla mobilità Andrea Ragona, il più impegnato a seguire i cantieri in corso – Dovremo continuare a monitorare e man mano che aumenta la complessità dei lavori, migliorare l’organizzazione e la comunicazione. Quindi bene che l’indagine venga ripetuta anche dopo i molti cantieri estivi».
«Emerge chiaramente la propensione della città ad affrontare questo cambiamento con lo sguardo lungo e spirito propositivo – osserva anche l’assessore al commercio Antonio Bressa – In questa situazione a noi spetta il compito di lavorare al meglio per limitare i disagi, a partire da quelli dei commercianti e degli esercenti che non lasciamo da soli. Lo abbiamo fatto con lo stanziamento di ben 1,7 milioni di euro per le agevolazioni sul Canone unico patrimoniale e sulla Tari, e continueremo a farlo con il dialogo e un rapporto diretto e costante con le associazioni di categoria».
«Va premesso che i sondaggi sono come gli oroscopi: ciascuno ha il suo. E tanto valgono – è il primo commento a caldo del capogruppo di Fratelli d’Italia Matteo Cavatton – Poi i padovani, che hanno già avuto l’esperienza della prima linea del metrobus, oggi hanno giustamente una aspettativa sulla funzionalità di un mezzo che conoscono. Per questo i disagi appaiono più sopportabili. Ma i padovani non sono a conoscenza di quanto quel mezzo sia diventato obsoleto e delle difficoltà che potrebbero esserci rispetto alle manutenzioni e ai pezzi di ricambio. C’erano delle soluzioni alternative, come i moderni bus elettrici, che non sono mai state sondate», conclude Cavatton.