La commissione Mab è chiamata a valutare una lunga serie di proposte. Attualmente sono 748 le Riserve riconosciute dall’Unesco
Dalle Filippine al Gambia, dalla Mongolia alla Slovenia, dalla Colombia alla Spagna. Passando, si spera, anche per i Colli Euganei.
L’ala di protezione e valorizzazione dell’Unesco si appresta a estendersi in tutte queste zone e ad arrivare anche nel Padovano, ampliando il confine della geografia terrestre in cui i tesori della natura possono e devono convivere con lo sviluppo prodotto dall’uomo: è la settimana attesa da quasi due anni, quella che attribuirà o meno il titolo di Riserva della Biosfera Unesco ai Colli Euganei e al territorio termale.
Ad Agadir, in Marocco, l’1 luglio parte il consiglio internazionale per il coordinamento del progetto Man and the Biosphere (Mab): cinque giorni di lavoro, che culmineranno venerdì con la proclamazione delle nuove aree Mab (le Riserve della Biosfera) del pianeta.
Le Riserve della Biosfera sono luoghi di eccellenza riconosciuti unici al mondo dall’Unesco per il loro altissimo valore ambientale e per la capacità umana di assicurare lo sviluppo economico del territorio nel rispetto dell’ecosistema: a candidarsi a far parte di questo gruppo di luoghi speciali del mondo, quest’anno, c’è anche l’area dei Colli Euganei.
Una premessa: gli Euganei sono un’area protetta “anomala”, visto che si tratta di un territorio di grande pregio naturalistico – non a caso protetto da un Parco regionale – ma che ha un livello molto alto di antropizzazione.
Per dirla facile, è davvero molto popolato.
Ottenere un riconoscimento che sancisca la qualità della convivenza tra uomo e natura, e che individui un percorso che migliori addirittura questo aspetto vitale, è un traguardo ambizioso quanto importante.
Attualmente sono 748 le Riserve riconosciute dall’Unesco, in 134 Paesi: 20 sono i siti che si trovano in Italia (gli Euganei sarebbero il ventunesimo), tra cui il Monte Grappa e il Delta del Po.
Dal primo luglio a venerdì 5 la commissione Mab è chiamata a valutare una lunga serie di proposte, non solo quella legata ai Colli Euganei.
L’elenco vede infatti le candidature di Kempen-Broek Transboundary (Belgio e Olanda), Darién Norte Chocoano Biosphere Reserve (Colombia), Niumi Biosphere Reserve (Gambia), Julian Alps Transboundary Biosphere Reserve (Italia e Slovenia), Khar Us Lake Biosphere Reserve (Mongolia), Changnyeong (Corea del Sud), Val d’Aran Biosphere Reserve (Spagna), Irati Biosphere Reserve (Spagna), Madre de las Aguas (Repubblica Domenicana), Apayaos (Filippine), nonché l’ampliamento del sito Tianmushan-Qinglianfeng (Cina), che gode già del titolo Mab.
Non è certamente una competizione tra questi siti, ma è chiaro che nessuno di questi vuole fare brutta figura, anche semplicemente per il volano turistico e di promozione internazionale che questa etichetta di pregio può portare con sé.
Al Parco Colli – motore di questo percorso, anche se va ricordato che l’area che chiede il marchio Mab è doppia rispetto a quella del Parco, e tocca i 34 mila ettari – c’è grande ottimismo, anche al netto delle richieste di chiarimenti che la commissione Unesco ha avanzato appena qualche settimana fa al comitato promotore.
Mantenimento delle cave euganee, relazioni con altri siti di pregio del Nord Italia, denominazione da rivedere erano alcuni dei punti evidenziati dal coordinamento Unesco che ha vagliato tutte le candidature.
Nodi che il Parco dice risolti, o comunque in via di scioglimento: quanto basta per convincere l’Unesco? Il verdetto tra pochi giorni.