Oggi, venerdì 28 giugno, il funerale al Santo alle 15.30: la cerimonia celebrata dal rettore, padre Antonio Ramina
Oggi alle 15.30 nella Basilica del Santo l’addio a Vera Slepoj, originaria di Portogruaro ma padovana d’azione la città dove aveva studiato ed era rimasta a vivere.
A celebrare il funerale sarà il rettore padre Antonio Ramina. Intanto non è ancora stata chiarita la causa che ha portato alla morte la psicologa e scrittrice 70enne, trovata senza vita nella sua abitazione in piazza del Santo 6 la mattina del 21 giugno scorso.
Meglio: non sono emerse patologie evidenti dall’autopsia che, mercoledì 26 giugno pomeriggio su incarico della procura, ha impegnato per molte ore il professor Raffaele De Caro, docente emerito dell’Università di Padova.
E anche quella gamba nera, che avrebbe suscitato qualche preoccupazione o sospetto al momento del ritrovamento del corpo, sembra essere stata ricondotta alle macchie ipostatiche.
Insomma soltanto gli esami di laboratorio, al quale saranno sottoposti campioni di tessuti prelevati, potranno fare luce sull’improvvisa morte di Vera Slepoj. E accertare se abbia avuto un peso nel decesso anche qualche farmaco come antidolorifici che la professionista avrebbe assunto per contrastare il fastidio a un ginocchio di recente operato.
La consulenza medico legale sarà trasmessa entro il 25 settembre prossimo al pubblico ministero Andrea Girlando, titolare dell’indagine avviata sul caso. Un’indagine senza indagati, anche se l’ipotesi di reato è l’omicidio colposo (ipotesi tecnica per poter svolgere l’esame autoptico), aperta in seguito all’esposto presentato dalla famiglia assistita dall’avvocato Massimo Munari. La volontà della sorella Rosanna, della madre e del nipote è stata sempre quella di verificare con la maggior precisione possibile la causa della morte della congiunta, senza avanzare accuse.
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Il 20 maggio scorso Vera Slepoj si era sottoposta a un intervento in un poliambulatorio del Veneziano per l’asportazione di una cisti al ginocchio. Un intervento banale che, tuttavia, le aveva provocato dolore e gonfiore. Da qui il controllo effettuato il 17 giugno e l’aspirazione di siero.
Per il resto le sue condizioni di salute erano ottime. E la sua agenda di impegni professionali e pubblici (tanti gli incontri e le conferenze cui partecipava) era piena come al solito mentre la sera spesso la psicologa lavorava fino a tardi visto che tante erano le collaborazioni con testate giornalistiche.
Il 20 giugno non aveva voluto mancare l’ennesimo appuntamento con il Lions Club Padova Jappelli nel ristorante Villa Tevere, nel quartiere di Altichiero, con un intervento sul tema del volontariato e del disagio delle giovani generazioni organizzato dalla presidente Sabrina Talarico.
Intorno alle 23 il rientro a casa accompagnata dall’amica Ludovica Casellati, l’ultima persona ad averla vista ancora in vita.
Vera Slepoj si era laureata a Padova nel 1977 e fin dall’inizio del suo percorso aveva affiancato, all’attività terapeutica, quella di saggista e studiosa pubblicando i primi libri. Poi erano arrivate le collaborazioni con riviste e quotidiani e con programmi televisivi come Porta a Porta di Bruno Vespa. Dal 1999 al 2004 era stata nominata, su indicazione di Gianfranco Fini all’epoca presidente di Alleanza nazionale, assessore alla Cultura e ai Servizi sociali alla provincia di Padova.