Un caffè al giorno toglie il medico di torno? Forse è una reinterpretazione un po’ audace del proverbio popolare che vede nella consumazione di una mela il toccasana ideale per allontanare tutti i mali. Eppure, per migliaia di padovani quello del caffè è un rimedio altrettanto importante per riuscire ad affrontare le giornate col piede giusto. Ma che sia espresso, ristretto o decaffeinato il rituale mattutino del caffè negli ultimi anni sta diventando sempre più “salato”.
A confermare gli aumenti dei prezzi è il Mimit, il Ministero dell’impresa e del made in Italy, che nell’ultimo rapporto dell’Osservatorio prezzi ha rilevato un più 14,2% sul prezzo del caffè espresso nei bar padovani negli ultimi tre anni. Numeri che si allineano alla media nazionale che secondo l’Istat ha visto un’impennata del 14,9% rispetto al 2021. Nella classifica elaborata da Assoutenti, confrontando le varie province italiane, Padova si piazza al terzo posto come prezzo del caffè al banco.
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In centro storico già da mesi alcuni bar offrono la tazzina sopra alla soglia di 1,50 euro, e presto potrebbero allinearsi anche altri locali sulla sempre crescente spinta del caro prezzi delle materie prime, già preannunciato dall’Appe per il prossimo autunno.
Sono lontani i tempi in cui per un caffè si poteva pagare con una sola moneta. Lo scontrino medio del caffè al banco ha da anni lasciato la soglia psicologica di un euro, atterrando ai prezzi ben più difficili da digerire. È infatti di 1,30 euro il prezzo medio di un espresso al banco nei locali del centro e delle piazze, come Goppion e Serafina in piazza delle Erbe, o al bar Margherita in piazza dei Frutti, così come la maggior parte dei bar e ristoranti di piazza dei Signori.
Anche il Pedrocchi, simbolo per eccellenza della pausa caffè padovana, ha dovuto adattarsi agli aumenti: se nell’ottobre scorso la tazzina al banco costava ancora 1,20 euro, adesso si è allineato a 1,30 (al tavolo resta invece fermo a 3 euro). Ha invece già raggiunto la soglia psicologica di un euro e mezzo il caffè Cavour.
La media dei prezzi rilevati dell’Osservatorio del Mimt nel Padovano resta a 1,29 euro, contro gli 1,13 del caffè nel 2021. Per gli studenti è sempre valida l’opzione “salva euro”: nel caffè da Mario al Bo l’espresso si paga ancora 1,10 euro.
Ma il peggio deve ancora arrivare, secondo le associazioni della categoria dei pubblici esercenti: «Ci aspettiamo un’impennata a settembre, con un aumento anche di 2 euro al chilo sui chicchi tostati. I produttori hanno già avvisato che un incremento è inevitabile», spiega Filippo Segato, segretario dell’Appe.
Il prezzo ad oggi del caffè per i bar oggi oscilla tra i 18 e i 24 euro al chilo, l’aumento previsto in autunno sarebbe quindi circa del 10 per cento. «È una tempesta perfetta quella che ci aspetta nei prossimi mesi, e purtroppo gli esercenti non avranno altra scelta che far lievitare i prezzi dei listini – spiega Segato – con incrementi anche di 10 o 20 centesimi a tazzina. In alcuni locali del centro caffè espresso, macchiato e decaffeinato hanno prezzi identici, ma in futuro potrebbero salire in modo differenziato. Un macchiato potrebbe arrivare a 1,60 euro, un decaffeinato a 1,50 euro».
Un altro fattore è il prossimo arrivo di Starbucks in piazza dei Signori che potrebbe portare molti esercenti a doversi allineare al rialzo sui prezzi delle bevande al bancone: «Anche se da Starbucks si vedrà una clientela diversa – osserva il segretario Appe – Ma è probabile che avrà effetti sui listini degli altri esercizi storici del centro». L’espresso nelle sedi della catena di Seattle ha un prezzo fisso di 1,50 euro, ma sono in vendita altre bevande (a base di caffè ma non solo) che superano tranquillamente i 7 euro.
