Un riesame degli atti nel «dossier stadio di Pietralata» per capire come il Campidoglio abbia escluso l'esistenza di un bosco sui 14 ettari di terreno comunale destinati alla costruzione dell'impianto giallorosso. È il passaggio chiave dell'inchiesta della Procura in cui si ipotizza il reato di falso in atto pubblico, un falso che riguarderebbe l'iter amministrativo concluso con la delibera di interesse pubblico del maggio 2023. (...). L'altro passaggio chiave dell'inchiesta, coordinata dal pm Stefano Pizza , è accertare perché gli agronomi comunali abbiano giudicato l'area non boschiva. La normativa regionale impone di aggiornare periodicamente le mappe topografiche perverificare la presenza di zone boschive in aree verdi in modo da prevenire incendi. Un lavoro da svolgere, in teoria, utilizzando precisi criteri legati alla scienza agronoma. Proprio per questo verranno analizzate le mappe topografiche e le relazioni scritte anno per anno. Bisognerà infatti stabilire se i criteri utilizzati consentano di stabilire che nell'area destinata a ospitare l'impianto non ci sia un bosco. C'è un ultimo passaggio, non meno rilevante nell'inchiesta. La Procura potrebbe anche concludere l'indagine chiedendo di archiviarla. E a quel punto sarebbero determinanti le motivazioni. Il falso in atto pubblico infatti è un reato doloso. Di conseguenza, se nel corso degli accertamenti fossero riscontrati solo degli errori (e non atti volontari), verrebbe esclusa la responsabilità penale di singoli funzionari. Proprio queste eventuali sviste, però, potrebbero aver comportato la decisione di certificare l'inesistenza dell'area boschiva. Ma se gli sbagli non fossero stati commessi? Ci sarebbe un bosco che avrebbe impedito il via libera allo stadio della Roma ? Va anche aggiunto che la Procura potrebbe, viceversa, stabilire l'assenza di errori (...)
(corsera)