PAVIA. Non solo la sua multa rischia di non essere annullata, dopo che il perito incaricato dal giudice ha stabilito che quel semaforo è regolare. Ora l’automobilista che, con il suo ricorso contro il rosso stop aveva fatto partire gli accertamenti sull’impianto di viale Libertà, è stato anche condannato a pagare il costo della perizia, che ammonta a 2.146 euro. Quasi dodici volte tanto la multa che aveva preso, che ammonta a 193 euro. Lui, come altri automobilisti multati in quel tratto, aveva contestato l’ambiguità delle frecce direzionali luminose, che ingannerebbero il guidatore spingendolo a superare la linea di arresto e facendo così scattare la telecamera.
La perizia, eseguita dall’ingegnere Roberto Baroni, era stata disposta dalla giudice di pace Marianna Garagiola proprio su richiesta dell’automobilista, che oltre alla multa era stato sanzionato anche con il taglio di sei punti dalla patente per avere oltrepassato la linea di arresto con semaforo rosso.
Il conducente aveva spiegato di essere stato ingannato dalla luce verde del semaforo (oggi la telecamera è stata spostata in viale Bligny, perché in viale Libertà sono in corso dei lavori) che consente ai veicoli di svoltare a sinistra. In seguito, una volta che si era accorto dell’errore, aveva frenato e innestato la retromarcia, senza impegnare l’incrocio. Ma questo non era bastato e aveva ricevuto la multa. Lo stesso destino è toccato ad altri automobilisti. Al perito veniva chiesto di verificare la conformità del semaforo alle norme del codice della strada, la durata delle singole luci (in particolare il giallo), il corretto posizionamento e funzionamento in relazione al traffico delle automobili e alle corsie di marcia. Dopo una serie di rilievi il perito ha decretato: nessuna irregolarità strutturale nell’impianto, quantomeno sotto il profilo delle frecce di indicazione collocate sul semaforo. Le multe per attraversamento con segnale rosso, quindi, per l’ingegnere sono frutto solo della disattenzione degli automobilisti.
Contro la condanna al pagamento del costo della perizia (notificata ancora prima del deposito della sentenza) l’automobilista, attraverso l’avvocato Davide Capobianco, ha già presentato ricorso al presidente del Tribunale di Pavia e l’udienza si svolgerà a dicembre.
Il motivo del ricorso si basa su questo presupposto: la perizia è stata disposta su richiesta di un automobilista ma nell’interesse della cittadinanza, visto il numero delle multe prodotte da quell’impianto, molte delle quali impugnate davanti al giudice di pace (alcune con sentenze favorevoli per chi ha presentato ricorso). «A mio avviso la perizia non è stata svolta bene e sono stati commessi errori anche nella richiesta di liquidazione del compenso – dichiara l’avvocato Capobianco –. Il giudice di pace nel suo provvedimento non ha tenuto conto dell’insegnamento della Corte di Cassazione secondo cui, nell’ambito del processo civile, la consulenza tecnica d’ufficio è strutturata non come mezzo di prova a carico delle parti bensì come ausilio fornito al giudice da un suo consulente esterno, e costituisce un atto compiuto nell’interesse generale superiore della giustizia e nell’interesse comune delle parti. La perizia è stata svolta nell’interesse dalla collettività, quindi confido nell’intervento risolutore del Tribunale e, ancora prima, del Comune di Pavia che decida di farsi carico delle spese». m. fio.