Vigevano. Scoppia la polemica sul prossimo intervento sotto il mercato coperto, legato ai lavori nell’area del naviglio Sforzesco. Come è noto, dopo aver concluso (probabilmente a fine luglio) la fase di piazza Sant’Ambrogio, andrà rifatta la copertura del naviglio che funge da zona calpestabile del mercato coperto. Per lavorare dal 14 ottobre, però, il rischio concreto è che sparirà, oltre alle piante che da anni delimitano l’area e l’attuale copertura (che verrà rifatta in altro materiale), anche l’ultimo ambulante che giornalmente vende frutta e verdura.
I timori dell’ambulante
«Più che deluso sono preoccupato – spiega Giacomo Scavuzzo, l’ultimo ambulante – per la continuità della mia attività e perché in 50 anni si è creata un rapporto familiare con la clientela». La soluzione prospettata per Scavuzzo è questa: dovrebbe posizionarsi sotto un gazebo nella stagione fredda in piazza Sant’Ambrogio, vicino al vescovado.
Similmente l’intervento rischia di fare “vittime” importanti: gli alberi posti a ridosso di via Rocca Vecchia hanno radici profonde che si appoggiano alle travi della copertura del naviglio Sforzesco, che dovranno essere rifatte. Per le piante il rischio è quello di essere abbattute e sostituite.
«Cercheremo di andare incontro alle esigenze di Giacomo Scavuzzo – commenta il sindaco Andrea Ceffa –. Il direttore dei lavori dovrà ragionare su sicurezza, accesso alle aree di cantiere e normative. All’ambulante ho spiegato che l’intervento in tutto durerà tre mesi. Similmente faremo con le piante: se possiamo salvaguardarle è meglio, ma è evidente che ormai si siano sviluppate esageratamente».
Anche il tetto del mercato coperto dovrà essere abbattuto, dopo l’intervento del 2005 che permise di togliere l’amianto: i pali che sostengono la lamiera, infatti, appoggiano sulle travi di copertura del naviglio.
Un’ipotesi, che potrebbe essere realizzata, è quella di concentrare i lavori in lotti funzionali che possano almeno salvaguardare gli accessi alle attività commerciali presenti e lo spazio per la bancarella della frutta: probabilmente ci sarebbero maggiori costi, ma nessuno dovrà chiudere l’attività. Alla fine le vittime rischiano di essere proprio le piante presenti lungo via Rocca Vecchia. —
Oliviero Dellerba