BASTIDA PANCARANA. Migliorare la germinazione dei semi per valorizzare alcune specie di legumi poco diffuse, ma più resistenti ai cambiamenti climatici e utili per combattere l’erosione del terreno. È l’obiettivo del progetto “Benefit Med”, finanziato dalla Ue e coordinato dal dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Spallanzani” dell’università di Pavia insieme ad altri undici partner tra Francia, Grecia, Marocco, Tunisia, Portogallo e Algeria, nell’ambito della Fondazione Prima. Il progetto è stato presentato lunedì a Bastida Pancarana, dove l’azienda Innova-Tech ha predisposto due campi sperimentali per la semina di cicerchia, pisello da foraggio e trigonella (fieno greco).
«Il progetto è stato concepito con l’obiettivo di migliorare la germinazione dei semi, come punto di partenza per valorizzare e aumentare la qualità delle specie leguminose “orfane” – spiega Alma Balestrazzi, docente dell’università di Pavia -. Queste hanno un valore nutrizionale considerevole ed essendo poco utilizzate hanno manutenuto resilienza e tolleranza nei confronti delle condizioni climatiche estreme e degli stress ambientali».
Sui suoli pavesi e degli altri Paesi coinvolti nel progetto, sono stati definiti protocolli di presemina e lunedì c’è stata la visita in campo per verificare l’andamento delle coltivazioni.
«Purtroppo, lo scorso anno una grandinata ha distrutto il raccolto, così quest’anno abbiamo deciso di creare due campi sperimentali – aggiunge la docente -. Adesso stiamo raccogliendo i dati dello scorso anno e siamo alla seconda fase delle prove sperimentali. Devo dire che i primi risultati sono soddisfacenti. Il progetto prevede anche la creazione di una banca dati a disposizione degli operatori del settore, altri test in campo nei vigneti d’Oltrepo e nelle risaie».
Il team di ricerca dell’università di Pavia è formato da Alma Balestrazzi, Anca Macovei, Cinzia Calvio, Andrea Pagano, Conrado Jr. Duenas, a cui si aggiungono gli agronomi di Innova-tech Edoardo Saluzzo, Angelo Fiocca, Marco Zini. Presenti all’evento l’Ordine dei dottori agronomi e forestali di Milano e la Società agraria di Lombardia. «L’impiego della cicerchia, pianta azotofissatrice, potrebbe prestarsi come coltura da inerbimento nell'ambito della viticoltura per combattere l'erosione, limitare il compattamento e la perdita di struttura del terreno» sottolinea Filippo Pozzi, vicepresidente dell’Ordine. O. M.