foto da Quotidiani locali
Vanta nel suo palmares un successo nella cronoscalata alpina Bourg Saint Maurice-Val d’Isere e due giorni in maglia gialla. Chi meglio di Evgenij Berzin, il russo oltrepadano d’adozione, oggi 54enne, può raccontare le emozioni del Tour de France, quando manca una settimana esatta al passaggio sul nostro territorio della terza tappa, la Piacenza-Torino, in programma lunedì 1° luglio. «C’è molto entusiasmo, vedo che stanno organizzando diversi eventi, per spiegare di cosa si tratta, dove passerà. – sottolinea Berzin - Insomma i tifosi ma anche i curiosi si stanno preparando al meglio. La prima volta che parte dall’Italia, chissà che un domani non possa tornare, ma sarà difficilissimo vederlo ancora qui da noi. Una manifestazione mondiale, importante quanto le Olimpiadi e la Coppa del mondo di calcio».
Da Indurain a Pantani
Nel 1996, dopo essersi ritirato l’anno prima alla decima frazione, Berzin conquista la maglia gialla nella settima tappa, la Chambéry-Les Arcs con lo stesso tempo dello spagnolo Olano, poi il giorno seguente si aggiudica la cronoscalata, precedendo il danese Riis di 35” e di 45” lo stesso Olano. Perde il primato nella frazione con arrivo al Sestriere. «Quando ho corso il Tour c’erano tantissimi campioni come Bjarne Riis, Miguel Indurain, Marco Pantani, Jan Ullrich, Tony Rominger. – dice Berzin – Sono proprio capitato negli anni in cui c’era tantissimo equilibrio. Quando hanno iniziato a correre gli atleti della mia età, del ’70, Indurain dominava la scena. Ma le cose stavano cambiando e nel 1996 fu il Tour in cui presi la maglia gialla». Evgenij ripercorre quelle giornate da protagonista in Francia: «C’era un tempo bruttissimo, tanto che sul Colle della Maddalena avevamo trovato la neve e c’erano state diverse cadute. In quella tappa andò in crisi Indurain e presi la testa della classifica. Il giorno seguente vinsi la crono scalata della Val d’Isere, sempre sotto una pioggia incessante. Poi però persi la maglia il giorno seguente quando la tappa fu accorciata perché sul Galibier nevicava e la strada era impraticabile. Fu ridotta di 40 km: si arrivava al Sestiere. Mi ricordo che Riis andava veramente fortissimo, sembrava una moto, avevo provato a seguirlo, ma mi aveva addirittura staccato in discesa. Sicuramente il fatto che avessero accorciato la tappa non mi ha avvantaggiato, perché sono sempre stato un corridore che puntava molto sulle lunghe distanze. Avevo chiuso 20esimo in classifica generale perché purtroppo avevo perso molto nella penultima tappa a Pamplona, quando avevo avuto una brutta crisi. Rimane la soddisfazione di aver portato a termine un Tour. In quegli anni si puntava molto sul Giro d’Italia e la doppietta era difficile, tanto che nel corso della storia l’hanno fatta in pochi».
L’ospitalità di Cassani
L'ex campione, vincitore del Giro d'Italia 1994, si sta organizzando per seguire da vicino la corsa: «Ho chiesto a Davide Cassani l’ospitalità per le prime due frazioni». Saranno due giornate intense di ciclismo in Oltrepo perchè domenica a Golferenzo si tiene il 3° campionato italiano gravel: «SI tratta di una disciplina davvero in crescita: ci sarà un bel pacchetto partenti sia maschile che femminile, con tanti atleti ed atlete molto interessanti. Il gravel è una bici mista per strada e sterrato, in un bello scenario come le nostre colline dell’Oltrepo, anche per gli spettatori che possono seguire la corsa, facendo magari un picnic». —
FRANCO SCABROSETTI