foto da Quotidiani locali
L’ordinanza “anti-topi” del Comune fa subito discutere, anche perché – al di là del severissimo provvedimento, con tanto di contravvenzioni – non è chiaro come potrà essere fatta rispettare. E se davvero otterrà dei risultati. C’è chi ricorda (Nicola Affronti, Udc) come la altrettanto severissima ordinanza anti-alcolici dell’agosto scorso ebbe come risultato una clamorosa bevuta collettiva notturna nel piazzale della stazione ferroviaria. Insomma, difficoltà di applicazione. Poi le cause. Tre imputati: rifiuti, cantieri, aree dismesse.
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Per quello che riguarda i rifiuti, che attirano i voraci roditori, tra i colpevoli i circa 2mila vogheresi, più o meno censiti, che non hanno la tessera magnetica per aprire i cassonetti. E senza tessera, lasciano (ogni giorno, ovunque, i rifiuti abbandonati per strada). Il Comune aveva promesso incrocio di dati, controlli, verifiche, multe e quant’altro. Sta di fatto che non è successo proprio nulla. I 2mila fanno ancora così. Per di più, ci sono zone (ad esempio quella della stazione) dove vivono persone disperate, immigrati irregolari, che proprio non ci pensano a usare i cassonetti. In altre città, per tutti questi, per chi non ha tessera e per chi non ha cittadinanza, ci sono ancora i cassonetti di una volta. Meglio non differenziato che per strada. A Voghera poi, nel 2016, fu tentata la raccolta porta a porta. «Un fallimento», dice ancora Affronti.
«Fu fatta fallire», ribadisce Alessandra Bazardi, segretaria cittadina del Pd. La quale, oltre ad accusare l’amministrazione di scarsa efficacia, ricorda il caso personale: a casa della madre, da mesi, i topi. E neppure la derattizzazione è servita. Davanti a casa, ha sei cassonetti. E lo solita scena di rifiuti abbandonati. Ci sono poi i cantieri. Il più grande,in piazza San Bovo, ha “mosso” le colonie di roditori. E poi ancora, le aree dismesse del centro e gli edifici e i negozi abbandonati, con le loro cantine, i loro magazzini. Rifugio dei topi. I proprietari di tutti questi, a loro spese, dovrebbero derattizzare. E se non lo faranno, multe. Chi controllerà? Ah, saperlo. «E’ una amministrazione incapace che sa solo scaricare i problemi sui cittadini imponendo ordinanze inutili e sanzioni difficili da comminare», accusa Affronti. Pierfelice Albini, Lotta Sociale, commenta: «Ma siamo sicuri che sia legittima un’ordinanza di questo tipo? Ossia, obbligare i proprietari di casa a effettuare la derattizzazione a proprie spese senza un emergenza sanitaria conclamata?».
C’è poi la questione dei controlli. Prima di tutto di chi dovrà far rispettare l’ordinanza, avendo il potere persino di entrare nelle case, controllare, verificare la documentazione sulla derattizzazione obbligatoria. E poi, i controlli sull’abbandono dei rifiuti. Una volta gli “ispettori ecologici” erano molti di più. E non c’era la situazione di emergenza attuale.
Intanto, si racconta, davanti all’ufficio dell’assessore ai Lavori pubblici, Gabba, la gabbietta con il veleno per i topi c’è. Per sicurezza. —
