Pavia, dall’angoscia di quel 17 marzo 1989 alle ipotesi di ricostruzione congelate. La cerimonia per commemorare le quattro persone per persero la vita
PAVIA. Sono passati 35 anni ma tutti quelli che quel giorno erano a Pavia ricordano esattamente dove fossero. Il 17 marzo 1989 era un venerdì, fino alle nove meno cinque un giorno come tutti gli altri: strade affollate, bar pieni per il secondo caffè del mattino, il cinema Corallo in via Bossolaro pieno di studenti di economia perché allora le affollatissime lezioni del biennio si facevano anche lì. Alle 8.55 la città ha tremato: la Torre civica antica di quasi mille anni è crollata in piazza del Duomo uccidendo quattro persone e Pavia è rimasta mutilata di uno dei suoi simboli più riconoscibili. Oggi, domenica 17 marzo, alle 10.15 in piazza Duomo si svolgerà la cerimonia per ricordare la tragedia di 35 anni fa e le quattro vittime.
L’angoscia e le vittime
«È crollata la Torre, un disastro in piazza del Duomo»: nella stessa frase, ripetuta e ascoltata in dialetto e in italiano per ore quella mattina del 17 marzo 1989, tutta la paura l’angoscia di una città.
E l’incredulità per quegli 89 metri di monumento, 8mila tonnellate di mattoni, sgretolate in un istante. La polvere è rimasta in aria per ore mentre in piazza Duomo iniziavano le ricerche di chi era stato visto sotto la Torre pochi istanti prima del disastro. Ruspe al lavoro, pietre e blocchi di mattoni spostati a forza di braccia per cercare di salvare chi fosse rimasto sotto.
Sotto il disastro c’erano i corpi di Adriana Uggetti, 18 anni, e Barbara Cassani, 17, amiche del cuore, entrambe residenti a San Genesio, Giulio Fontana, 76 anni, titolare del ristorante Regisole e Giuseppina Pia Comaschi, 52 anni, edicolante. Altre 15 persone rimasero ferite. Per giorni, da una casa all’angolo di via Omodeo sventrata dal crollo della torre, è rimasta una cucina affacciata su piazza Duomo così come era stata lasciata dagli abitanti scampati al disastro: le sedie allineati attorno al tavolo, i pensili superstiti ancora fissati alle pareti rimaste in piedi.
La memoria e i progetti
La ferita alla città provocata dal crollo della Torre, in realtà, non si è mai del tutto rimarginata: il Duomo è rimasto chiuso fino al 2102 e le campane ancora oggi non possono suonare. I resti della Torre, almeno una parte, sono stati accatastati nel fossato del castello e, in varie riprese, sono stati illuminati, riordinati, spostati per cercare di farne in qualche modo una testimonianza perenne di quello che è stato uno dei simboli di Pavia. Il moncone rimasto in piazza Duomo è stato illuminato ed è stata costruita una vasca come monumento memoriale per le vittime. Ci sono stati anche progetti di ricostruzione virtuale della Torre per cercare di farla vedere com’era, al di là delle foto d’epoca, ai ragazzi.
L’ipotesi ricostruzione
Per molti, però, i progetti di valorizzazione dei resti non bastano. E così, pochi anni dopo il crollo, si inizia a discutere della possibilità di ricostruire la torre Civica così com’era prima del disastro.
È stato fatto per il campanile di San Marco a Venezia crollato nel 1902, la motivazione principale, si può fare anche per la Torre civica di Pavia. Il primo a sostenere l’ipotesi è stato Vittorio Sgarbi, critico d’arte impegnato in politica che nel 1994, come presidente della commissione Cultura della Camera, aveva ottenuto 10 miliardi di lire per ricostruirla. Il progetto naufragò anche per l'opposizione di alcune personalità, fra le quali la storica dell'arte Rossana Bossaglia. Anche l'allora sindaco di Pavia, Rodolfo Jannaccone, bocciò la proposta poiché tacciato di creare un falso storico.
Nel 2022 lo stesso Sgarbi aveva rilanciato la proposta in un convegno al collegio Ghislieri e il sindaco Fabrizio Fracassi si era detto favorevole a discutere della ricostruzione ma sottolineato che i 10 miliardi di lire ottenuti da Sgarbi del 1994 (5 milioni di euro attuali) sono una cifra che non permette di avviare alcun progetto. A sostenere la possibilità (e anche l’opportunità) di ricostruire la torre crollata è stata l’associazione Pavia storica, presieduta da Vincenzo Nicolaio (anche consigliere comunale del Movimento 5 Stelle) che aveva chiesto al Comune di indire un concorso per permettere a professionisti e studi di architettura di presentare progetti e piani finanziari. La proposta è rimasta sospesa e la ricostruzione della torre per il momento sembra un’ipotesi soltanto teorica.
