foto da Quotidiani locali
VIGEVANO
Arriva lo psicologo di famiglia. I medici selezioneranno 500 pazienti con forme di disagio psicologico, ai quali sarà consegnato un questionario da compilare alla presenza e con l’assistenza di uno psicologo. Dopo saranno presi in carico 90 casi: 50 adolescenti tra i 16 e i 20 anni, 20 adulti e 20 familiari che si prendono cura di malati. Avranno la disponibilità di tre colloqui psicologici gratuiti, ai quali, se necessario, seguirà il supporto del Cps (Centro psico sociale). Il progetto, lanciato dall’Associazione medici di famiglia (Amf) con il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano, Rotary Club Vigevano Mortara e Associazione Federica Griffa, grazie ai quali sono stati raccolti 19.700 euro, coinvolgerà 21 medici soci di Amf e 4-5 psicologi.
LE RAGIONI DEL PROGETTO
Il disagio psicologico che non è più un tabù e sono sempre di più le persone, soprattutto giovani, che avrebbero bisogno di un supporto medico specifico. Lo sanno bene i medici di base, che incontrando i pazienti più volte l’anno, si sono accorti che qualcosa è cambiato, che c’è un problema in più. Da qui è nato il progetto “Lo psicologo di famiglia”. Solo nel 2023, gli accessi totali nell’ambulatorio di un medico di base, in questo caso quello di Luca Bellazzi, sono stati 16.332. Nel 2022 sono stati 16.223, nel 2021 15.725 e nel 2020 13762. In linea di massima si potrebbe dire che dal 2013 al 2017 il numero di accessi è stato stabile: più o meno 12mila all’anno. Poi però ha cominciato a salire raggiungendo i 16mila. Un dato che non può essere attribuito solo a patologie fisiche. Per questo Bellazzi, con altri medici dell’Amf, ha pensato a una prima ricerca-pilota tra 40 medici lomellini. «Abbiamo fatto questo sondaggio – ha spiegato Bellazzi - chiedendoci, per esempio, se la pandemia potesse aver espanso le aree di disagio. E il 97% delle risposte sono state “sì”. L’altra domanda chiedeva di indicare quale tipo di disagio e il 57,1% ha indicato sintomi ansiosi, mentre il 21,4% disturbi da sintomi somatici seguiti da disturbi lavorativi, economici e sociali».
GIOVANI A RISCHIO
Tra le fasce di popolazione più colpita ci sono i giovani, (54,8%) seguiti dai lavoratori (19%) e dagli anziani (11,9%). «Ci siamo poi chiesti - ha proseguito Bellazzi – se fossero in aumento i disturbi da sintomi somatici che sottendono problemi psicologici o psichiatrici, e il 92% dei medici di base ha risposto di sì, come l’81% ha confermato che il numero di giovani che accede ai loro studi per problemi psicologici o disturbi di adattamento con sintomi somatici negli ultimi 5 anni è aumentato e che la figura dello psicologo ha acquisito un’importanza maggiore rispetto all’epoca pre Covid. Il sondaggio terminava con due quesiti: abbiamo chiesto se si sentissero sufficientemente competenti per affrontare in prima battuta le patologie psicologiche e il 54,8% ha risposto di no, poi abbiamo chiesto quale fosse la percezione di fatica riguardo alla gestione degli assistiti con disturbi psicologici, e il 76 % ha risposto di provare una fatica media, mentre il 33,3% alta». Alla presentazione del progetto, ieri mattina, hanno partecipato anche i medici Laura Parolin, Nicola Allegri, Giorgio Rubino, Antonella Auletta e Anna Cremante. —
Selvaggia Bovani