PAVIA. Invecchia la città, con il 12,3% dei residenti con più di 77 anni e il 12,6% tra i 66 e i 76 anni. La fascia tra i 19 e i 25 anni si ferma al 6,8%, mentre il 54,3% della popolazione ha tra i 26 e i 65 anni. E con un indice di vecchiaia pari a 237,5 (mentre quello regionale si ferma a 172,3) è fondamentale, spiega Marta Cusa, dell’Università Bocconi, garantire servizi socio sanitari adeguati e assicurare assistenza a lungo termine, rispondendo ad una crescita di patologie croniche. Diventa quindi impellente una sanità a misura di anziani, di persone fragili, spesso sole e indigenti, come è emerso nel convegno organizzato dalla curia, in occasione della XXXII Giornata mondiale del malato, moderato da Pierangela Fiorani, giornalista e docente di Unitre. Presente il vescovo Corrado Sanguineti che ha voluto ribadire il messaggio di Papa Francesco, «Non è bene che l’uomo sia solo». Perché non possono essere lasciati soli coloro che soffrono, costringendoli a combattere con una burocrazia sanitaria estenuante, con lunghissime liste d’attesa, con un Pronto soccorso congestionato, con la carenza di medici di base e la riduzione del numero di ambulatori nei piccoli centri.
Sistema in crisi
«Il sistema sanitario versa in una condizione di crisi progressiva – sottolinea Giovanni Ricevuti, geriatra e docente -. Continua a curare la malattia, anziché il malato. La personalizzazione della cura deve invece essere la nuova frontiera e va implementata la cultura assistenziale».
Un approccio che guarda al malato prima che alla malattia, precisa Ricevuti, «è importante non solo dal punto di vista etico e sociale, ma anche gestionale ed economico». Ed è proprio questa la direzione intrapresa da Asp, spiega il direttore generale Maurizio Niutta, ricordando che «è fondamentale fare sistema per garantire assistenza e cure mirate» e avvertendo che è partito il progetto “Itaca”, con il primo utente preso in carico in un percorso che prevede, dopo le dimissioni dall’istituto Santa Margherita, un monitoraggio costante da parte di infermieri, che vanno al domicilio, e di medici specialistici. In caso di necessità vengono garantiti ricoveri di breve periodo (dai 15 ai 30 giorni) nella struttura di via Emilia, dove è pronto un reparto con 30 posti letto, in modo da evitare il passaggio nei Pronto soccorso.
Il progetto dell’Asp
«L’idea è quella della presa in carico della persona fragile alla quale Asp assicura la presenza continua di propri operatori e garantisce le proprie strutture».
«Il mondo della sanità è ormai di fronte ad una svolta – sottolinea Davide Pasotti, medico e vicepresidente del Consiglio di indirizzo di Asp -. Deve tutelare maggiormente le fasce di popolazione che più necessitano di sicurezza sociale e sanitaria. L’obiettivo di Itaca è la presa in carico dei malati cronici ed evitare loro ricoveri inutili nei Pronto soccorso o in strutture ad alta specializzazione come il San Matteo. Proprio per non intasare i Ps, sarebbero necessari ambulatori attrezzati per affrontare le emergenze minori e bisognerebbe avviare rapidamente gli ospedali di comunità. A Pavia manca un ospedale con queste caratteristiche e Asp potrebbe mettere subito a disposizione il Santa Margherita».
«Con una popolazione sempre più vecchia, la cronicità delle patologie è il problema vero da affrontare – sottolinea don Franco Tassone, direttore Caritas -. La chiesa si è sempre mossa sull’intuizione delle cose da fare immediatamente quando ci sono urgenze. Non c’è solo l’eccellenza, la sanità deve tener conto anche dei più fragili e dei più poveri. E’ su questa frontiera che la chiesa è impegnata, muovendosi con i propri cappellani, in collaborazione con le associazioni, tamponando i bisogni».