L’Hotel del Mare ricorda il grande albergo frequentato da bambino a Sanremo, insieme al padre Domenico. Ma Alessandro Reali, nel nuovo romanzo giallo in libreria da pochi giorni per Frilli editore, lo “trasporta” sul lungomare di Nervi.
Una dimora storica dal fascino ormai decadente, frequentato negli anni migliori da grandi scrittori come Hemingway (che soggiornò davvero a Nervi, ndr) e ora invece – siamo negli anni Ottanta del secolo scorso – da una serie di personaggi grotteschi, strani e un po’ fanè.
Un politico della Prima Repubblica, un mercante d’arte alcolizzato, un industriale rampante, un artista concettuale in crisi seguito da una moglie isterica e un po’ ninfomane, una medium inquietante, una bambina particolarmente intelligente costretta sulla sedia a rotelle e Piero Bicocca. Quest’ultimo è un cliente abituale, disinteressati al lavoro grazie al privilegio di una rendita, bassino, tondo e goffo ma sempre accompagnato da donne avvenenti (in genere escort di alto bordo).
«Clienti davvero singolari molto simili quelli che notavo da giovane nell’albergo di Sanremo – racconta lo scrittore di Sannazzaro – e che mi sono divertito a far rivivere in qualche modo nel mio libro, sebbene non ci siano riferimenti precisi a persone realmente esistite».
In Delitto all’Hotel del Mare si compie un delitto ma questa volta non saranno Sambuco & Dell’Oro a indagare (di loro uscirà nel 2024 una nuova avventura, l’undicesima, ambientata interamente a Pavia, svela lo scrittore).
Il nuovo romanzo di Reali è piuttosto un grande affresco di varia umanità, ispirato alle commedie all’italiana, un po’ boccaccesche, ammiccanti all’eros e al bien vivre.
«Amo molto i romanzi alla Piero Chiara – ammette Reali – e la sua capacità di raccontare storie comuni di personaggi grotteschi, sfortunati, intrappolati in ruoli e situazioni intricate. E sullo sfondo, sempre ben delineata, l’epoca storica in cui si svolgono i fatti».
Quello della veridicità storica è anche un pallino di Alessandro Reali che si dedica sempre a lunghe ricerche d’archivio prima di addentrarsi in un racconto. Come nel giallo Sul Naviglio si uccide così, ambientato nella Milano anni Sessanta, in cui la mala spadroneggia e si parla ancora il dialetto milanese.
Anche in Delitto all’Hotel del Mare il nastro del tempo scorre tra gli anni ’40 e gli anni ’80, con colpi di scena e segreti svelati, intrecci amorosi e tradimenti.
«C’è anche molta critica sociale – ammette Reali – nel tratteggiare gli aspetti negativi o ipocriti di alcuni personaggi».
E poi c’è il mondo dell’arte. Con un dipinto erotico di Füssli - ispirato a una vera stampa dell’artista - attorno al quale ruota il delitto. Non poteva del resto mancare l’arte in Reali, scrittore e chimico di professione, cresciuto nella Milano delle gallerie e dell’Accademia di Brera, in cui operava il padre Domenico, scultore di fama, e in cui ancora si muove il fratello Vittorio, pittore. —
