PAVIA. È uscito dalla caserma della finanza, dove era stato convocato per le 11.30 di ieri, molto provato. Il sindaco di San Genesio, Enrico Tessera, tra gli indagati dell’inchiesta “Clean”, si è avvalso della facoltà di non rispondere all’interrogatorio davanti ai magistrati che indagano sull’ipotesi di un “sistema Pavia” che ruoterebbe attorno ad appalti irregolari e utilizzo di denaro pubblico a fini privati. A Tessera la procura di Pavia contesta di non avere denunciato reati - in relazione alle irregolarità sui lavori alla scuola di via Torino a San Genesio - di cui era a conoscenza.
Il primo cittadino ieri non è entrato nel merito della contestazione ma ha voluto affidare ai suoi avvocati Luca Angeleri e Flavio Crea alcune dichiarazioni, per dire che sta «lavorando senza tregua per assicurare una soluzione al disagio conseguente al sequestro del plesso scolastico», nella speranza che «il tecnico incaricato dalla Procura possa effettuare il più velocemente possibile tutti gli accertamenti atti a garantire la sicurezza dell’edificio e la sua riapertura».
Gli altri indagati
Come Tessera è rimasta in silenzio anche Elisabetta Fedegari, la consigliera di Asm Pavia finita nell’indagine per una consulenza da 5.500 euro. Denaro che doveva servire per realizzare un video istituzionale per l’ente ma che, secondo i pm che indagano per peculato, sarebbe invece stato utilizzato per pagare la campagna elettorale di Fedegari, candidata alle regionali per Fratelli d’Italia.
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I suoi avvocati Massimo Dinoia e Fabio Federico non rilasciano dichiarazioni, limitandosi a dire che la «loro assistita è serena» e confida di riuscire a dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati, «che sono peraltro marginali».
Non è stato possibile invece parlare con la difesa di Marco Mussella (avvocato Roberto Dello Iacono), che è stato interrogato alle 11, sempre alla caserma di corso Garibaldi. A Mussella è contestata la frode nelle pubbliche forniture in relazione all’assegnazione dell’incarico di progettazione dei lavori della scuola. La commessa fu affidata per 145mila euro alla Ipm Project, di cui Mussella è amministratore, ma per i pm ci sarebbero stati accordi illeciti con la Civiling Lab di Gianluca Di Bartolo, a cui Mussella avrebbe dovuto trasferire 140mila euro.
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Le ragioni del silenzio
Gli indagati, a differenza di chi è stato raggiunto da misura cautelare, non hanno accesso in questa fase al fascicolo del pubblico ministero e sarebbe questa la ragione del silenzio, come spiegano, per la loro posizione, gli avvocati di Tessera, Angeleri e Crea. «La scelta, al momento, di non sottoporsi ad interrogatorio, è obbligata – chiariscono i legali –. Tessera, infatti, non solo non è destinatario di alcuna misura cautelare, ma risulta coinvolto nella complessa e articolata indagine della Procura in modo totalmente marginale e della quale al momento conosciamo ben poco. L’unico capo di imputazione che gli è stato addebitato riguarda infatti la presunta violazione del dovere di presentare denuncia di reati di cui, gli inquirenti, suppongono il sindaco avesse conoscenza. Confidiamo di chiarire definitivamente la posizione del Tessera che non è in alcun modo implicato nei fatti per cui si procede».
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La difesa, aggiungono gli avvocati, punta «a ricostruire correttamente i fatti e i rapporti vagliati dagli inquirenti, svolgendo le necessarie investigazioni difensive per poter poi valutare se presentare una memoria o chiedere di essere sottoposti a interrogatorio formale».
Gli arrestati
Nei giorni scorsi erano stati sentiti i quattro arrestati, ma avevano risposto solo Gianluca Di Bartolo, amministratore della Civiling Lab, e Giuseppe Chirico, direttore generale di Asm Pavia.
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Si erano avvalsi della facoltà di non rispondere, invece, il presidente di Asm Pavia Manuel Elleboro e l’architetta e responsabile dell’ufficio tecnico di San Genesio Nausica Donato. «I progetti di cui mi sono occupato erano regolari. Anche per i lavori alla scuola: non ho commesso illeciti», si era difeso durante l’interrogatorio Gianluca Di Bartolo. Un interrogatorio fiume, reso alla presenza delle legali della difesa, Ernestina Salvadeo, civilista con esperienza in diritto di famiglia, e Marika Albertini, che è anche la compagna dell’europarlamentare Angelo Ciocca, socio di Di Bartolo nella Civiling Lab.