MAGHERNO. Erano le 16.37 del 12 dicembre 1969 quando una violenta esplosione devasta la sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano, in piazza Fontana. Lì, al piano terra, ci sono tante persone, molti commercianti di bestiame e mediatori agricoli arrivati per le contrattazioni. Si contano 17 morti e 88 feriti, e tra le vittime c’è Giovanni Arnoldi, 42 anni, agricoltore di Magherno. Il 7 dicembre, a distanza di 54 anni da quella tragedia che segnò l’Italia, il Comune di Milano consegnerà l’Ambrogino d’Oro, la massima onorificenza cittadina, al figlio Carlo Arnoldi, 69 anni, per 12 anni presidente dell’associazione Piazza Fontana di cui ancora fa parte.
NON DIMENTICARE
«Perché – spiega - è importante ricordare e raccontare ai giovani cos’è stata quella strage». Raccontare lo sgomento provato in quei giorni, intriso della polvere di un’esplosione e attraversato dal senso di impotenza. Arnoldi riannoda il filo dei ricordi, ripercorre quel momento che preannunciava l’orrore del terrorismo degli anni Settanta e la paura innescata dalla “strategia della tensione».
«Non è facile parlarne. Significa rivivere quel dolore lancinante. Ma voglio continuare a raccontare quel giorno terribile. Lo voglio fare per mio padre e per mia mamma Costantina che aveva 39 anni quando si ritrovò sola con due figli e dovette pensare a mantenere la famiglia. Insieme alle altre vedove si batté per cercare la verità sulla strage e avere giustizia. Oggi c’è una verità storica ma non c’è una verità giudiziaria. Vorrei dedicare questo riconoscimento civico a tutti gli aderenti all’associazione che non si sono mai persi d’animo».
Le immagini di quel giorno sono ben impresse nella sua memoria, le immagini del suo papà trucidato da quella bomba esplosa in un venerdì pomeriggio. Aveva appena 15 anni quando rimase orfano del padre Giovanni e dovette assumersi la responsabilità dell’azienda agricola di famiglia nei pressi di Paullo. La passione per il cinema lo indusse ad acquistare una sala cinematografica a Magherno, ma in seguito, con la concorrenza della televisione, tornò al vecchio mestiere di agricoltore.
«Non dimenticherò mai quel 12 dicembre. E non dimenticherò il 15 dicembre, giorno dei funerali. In piazza Duomo era assordante il rumore del silenzio di 300mila persone, arrivate per onorare i nostri morti».
IL SINDACO
«Nel 2020 abbiamo istituito la civica benemerenza, assegnando il primo riconoscimento di San Rocco a Carlo Arnoldi che rappresenta un valore aggiunto per la nostra comunità – sottolinea il sindaco di Magherno, Giovanni Amato della cui maggioranza fa parte Marco Arnoldi, figlio di Carlo -. Si è speso con ostinazione nella ricerca della verità e della giustizia e continua ad incontrare i nostri ragazzi per non spegnere la memoria».
«Conosco Marco Arnoldi, che è dipendente del Comune di Copiano, e il suo papà – afferma Andrea Itraloni, il sindaco di Copiano –. L’Ambrogino d’Oro è sicuramente un riconoscimento per tanta sofferenza patita e per il grande impegno profuso alla ricerca della verità e della giustizia». —
Stefania Prato
