CERGNAGO. Il caffè espresso viene portato al tavolo dal parroco: a richiesta, anche biscottini e una fetta di crostata. Don Paolo Ciccotti ha aperto i locali dell’oratorio parrocchiale dando vita, ogni lunedì mattina, al “Caffè del don”: iniziativa attuata per far fronte alla mancanza di locali pubblici nel paese alle porte di Mortara. Il bar Unico, aperto nella primavera di tre anni fa in piazza Vittorio Emanuele II, ha chiuso i battenti di recente e i 650 abitanti sono rimasti privi di un luogo abituale d’incontro.
Così è entrato in azione il sacerdote, da cinque anni pastore dei fedeli cergnaghesi alla guida della parrocchia di Sant’Elena, madre dell’imperatore romano Costantino.
«Non si tratta ovviamente di un esercizio commerciale – dice don Paolo, sacerdote dal 1999 – ma di una piccola occasione indirizzata ai miei confratelli e anche a chi arriva nel nostro paese: ogni lunedì, dalle 10 alle 11, offro il caffè a quei cittadini che erano soliti andare al bar, dopo aver fatto la spesa e sbrigato le commissioni di giornata. Il saloncino dell’oratorio, nei pressi del piccolo parco giochi e della chiesa parrocchiale, si apre per garantire almeno un’ora in compagnia, come succede nei locali di ritrovo».
Offerte per la parrocchia
Al “Caffè del don” non ci sono prezzi fissi perché, appunto, non si tratta di un bar vero e proprio, ma gli avventori non mancano di lasciare un’offerta che sarà utilizzata per le attività parrocchiane. «Vogliamo scambiarci parole buone – prosegue don Ciccotti, esorcista ufficiale della diocesi di Vigevano –. In questi primi giorni di apertura arrivano persone che non frequentano abitualmente il mondo cattolico, ma non solo perché qualche giorno fa si sono presentati alcuni operai che chiedevano di un posto dove bere il caffè, visto che il bar di via Marconi era già chiuso. Così li ho accolti io con un sorriso e un caffè. Nel nostro oratorio preparo io stesso i caffè, i biscotti e una fetta di torta: uso la macchinetta con le cialde, che vanno dal caffè normale al decaffeinato, dal cappuccino al nocciolino e al ginseng. E poi c’è la crostata di padre Teofilo, il mio alter ego letterario nato qualche mese fa». Durante la pandemia, don Paolo spiegava il Vangelo dal suo studio usando il dialetto lomellino e l’omelia in diretta Facebook alla guida della sua auto. Ora arriva il “bar” con caffè e crostate. —
Umberto De Agostino
