PAVIA. A distanza di 150 anni la rilettura di Alessandro Manzoni offre ancora prospettive moderne sulle quali riflettere. Giovedì 9 novembre, alle 18, al collegio Fratelli Cairoli, per il ciclo “Uno sguardo oltre la notizia” promosso da Costantino Leanti, si terranno Letture “eretiche” sui Promessi sposi, un classico di stupefacente attualità. Interverranno Pasquale Guerra, insegnante e scrittore di Perugia, Piercamillo Davigo ex magistrato, Elisa Chiari giornalista.
«Sarebbe facile il riferimento alla pandemia appena trascorsa, e il parallelo con la peste, ma non è che uno dei tanti riferimenti possibili» anticipa Leanti.
«Sono molteplici i parallelismi tra Manzoni e la nostra attualità – spiega Pasquale Guerra – Non c’è che l’imbarazzo della scelta. Prendiamo don Ferrante un negazionista ante litteram, un precursore dei no vax. E ancora: vi ricordate che il prezzo delle mascherine si era impennato durante la pandemia? Era accaduta la stessa cosa con l’assalto del pane ai forni. E che dire dell’Azzecca-garbugli, quello che definiremmo un avvocato da strapazzo, che intima ai suoi assistiti: “All'avvocato bisogna raccontar le cose chiare: a noi tocca poi a imbrogliarle”».
Cosa dovremmo pensare oggi di Azzecca-garbugli - al quale Renzo si era rivolto perché lo assistesse nella causa contro don Rodrigo – sorpreso da fra Cristoforo proprio alla tavola di don Rodrigo?
«La commistione tra il potere e chi lo esercita non è certo nuova – commenta Piercamillo Davigo –. Prevale una doppia visione: un conto sono i comportamenti dichiarati e un conto quelli effettivamente tenuti».
«Anche i difetti che Manzoni enuncia nelle sue celebri opere sono ben più antichi e radicati rispetto all’epoca in cui vive lo scrittore – prosegue Davigo – Pensiamo alle gride. Provvedimenti emessi dal governo spagnolo, con linguaggio contorto con cui venivano annunciate pene assai severe per coloro che non le avessero rispettate. Ne facevano le spese ladri, furfanti, prostitute, non certo i bravi. E’ un problema tutto italiano: la giustizia fa finta di esser severa. Un esempio? Per tre furti di auto, unificati nella continuazione, si rischiano da 3 a 10 anni. Si potrebbe pensare: 3 furti quindi 30 anni, applicando il massimo della pena. Invece con le attenuanti generiche si scende a un minimo di 4 mesi e 2 giorni. In carcere ci vanno solo gli stranieri senza fissa dimora, gli arrestati in flagranza, i componenti delle organizzazioni criminali e chi ne ha fatte così tante che sconta il cumulo di pena».
E ancora: l’educazione della monaca di Monza è un esempio di come si condizionano le scelte di una figlia e il pane del perdono di padre Cristoforo può spiegare la filosofia della cosiddetta “giustizia riparativa”.
Appuntamento giovedì 9 novembre alle 18 al collegio Cairoli. Ingresso libero.
