foto da Quotidiani locali
PAVIA. Da qui a novembre si cercheranno 930 addetti da impiegare nelle attività di ristorazione, 780 tecnici della salute, 700 addetti alle vendite e 650 addetti alle pulizie. Sono questi alcuni dei profili più richiesti in provincia di Pavia dove la ricerca è focalizzata anche sugli impiegati (630), personale per le logistiche (600), personale per i servizi alla persona (590), autisti (490). I dati elaborati da Excelsior, il Sistema Informativo di Unioncamere, mette all’ultimo posto il personale non qualificato per la manifattura (70), ma va decisamente meglio per gli operai specializzati (610).
La classifica
Secondo il report di settembre della Provincia, sui dati di giugno, che stila l’elenco delle dieci professioni su quali si concentra maggiormente l’interesse del mondo del lavoro, al primo posto quindi si trovano gli addetti alla ristorazione, seguiti dagli impiegati addetti alla gestione amministrativa della logistica e dal personale non qualificato nei servizi di pulizia. Quarta posizione per gli addetti alle vendite, quinta per gli impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali, sesta per il personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci. Settimo posto invece per quello dei servizi alla persona.
Nelle ultime tre posizioni troviamo insegnanti, personale non qualificato delle costruzioni, autisti. La principale tipologia contrattuale utilizzata resta quella del contratto a tempo determinato: 2720, contro i 1253 a tempo indeterminato. Sono gli impiegati addetti alla gestione amministrativa delle logistiche i lavoratori che, più di altri, sono riusciti ad essere assunti a tempo indeterminato. Ci sono poi gli impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali e il personale che si occupa di spostamento e consegna merci.
«Osservando i più recenti dati del mercato del lavoro, notiamo un incoraggiante aumento degli avviamenti rispetto al mese precedente, registrando un incremento del 4% - sottolinea il presidente della Provincia Giovanni Palli -. Infatti, nonostante il saldo tra avviamenti e cessazioni sia ancora negativo, è interessante vedere un miglioramento rispetto all'anno precedente. Il combinato disposto tra questa inversione di tendenza e la polarizzazione del mercato del lavoro su pochi specifici profili professionali (il 57,9% è concentrato su soli 10 tipologie di lavori) ci deve spingere a lavorare ancora di più nel solco di politiche attive del lavoro insieme alle parti sociali, le rappresentanze dei sistemi produttivi e le istituzioni. Solo così, continuando il buon lavoro fatto fino ad oggi, potremo continuare a lavorare verso un mercato del lavoro più equilibrato e stabile». —
Stefania Prato