Da tutta Italia sono arrivati attivisti e attiviste per la protesta: sotto accusa la gestione degli abbattimenti dei maiali al santuario di Sairano per contenere la peste suina e l’uso della forza nello sgombero del presidio
«Mai più», nastri neri, slogan scanditi da attiviste e attivisti arrivati da tutta Italia in solidarietà al Santuario di Sairano Cuori Liberi, rifugio per animali maltrattati colpito dalla peste suina. Due settimane fa, dopo giorni di presidio, gli attivisti animalisti sono stati sgomberati con l’uso della forza pubblica e i maiali sopravvissuti – 9 su quasi 40 – tra quelli che erano stati salvati dai maltrattamenti e per il momento erano sopravvissuti alla peste, sono stati uccisi dai veterinari dell’Ats sulla base di un’ordinanza regionale per il contenimento del morbo che nel 90% dei casi non lascia scampo agli animali e per cui non si conosce ancora una cura.
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«Non siamo cibo»
La manifestazione nazionale è stata organizzata dalla Rete dei santuari di animali liberi d'Italia, con l'obiettivo di ottenere che quello che è avvenuto a Sairano, sia nei confronti dei maiali che dei manifestanti, non succeda più. Tantissime le persone che si sono radunate sotto la Regione.
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