foto da Quotidiani locali
Nell’ottica della valorizzazione della sua grande tradizione scientifica, l’Università di Pavia ha recentemente proposto al Ministero di affiancare al Museo Kosmos una nuova struttura espositiva, sempre a Palazzo Botta, dedicata alla storia della medicina. Con nostra grande soddisfazione, il progetto presentato è stato approvato e sarà co-finanziato.
All’interno di Pavia, Palazzo Botta fu la sede che concentrò il massimo della creatività scientifica e non esiste nessun altro luogo in Lombardia dove la storia delle discipline biomediche sia stata altrettanto ricca di avvenimenti. A fine Ottocento, l’antica residenza nobiliare dei Botta Adorno, ricca di affreschi e di storia (ospitò, tra gli altri, Napoleone Bonaparte e Vittorio Emanuele II) divenne proprietà dell’Università che decise di trasferirvi alcuni importanti istituti biologici.
Il primo fu l’Istituto di Patologia Generale diretto da Camillo Golgi, che avrebbe vinto di lì a poco il premio Nobel per la Medicina (1906). Con Golgi, e successivamente con Maffo Vialli, Vittorio Erspamer, Adriano Buzzati Traverso, Luigi Luca Cavalli Sforza, l’edificio diventò un centro scientifico di straordinario rilievo internazionale.
In coerenza con questa prestigiosa tradizione, Palazzo Botta espanderà i suoi spazi espositivi trasformandosi in quel “Palazzo della Vita” che Pavia merita: un polo museale unico nel contesto italiano dedicato a tutti i profili dello studio della vita.
Nei mesi passati, Paolo Mazzarello, Presidente del Sistema Museale di Ateneo, e il personale del Sistema, hanno articolato le linee del percorso espositivo, avvalendosi del contributo di un Comitato Scientifico composto da Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino; Fausto Barbagli, Presidente dell’Associazione Nazionale Musei Scientifici; Giorgio Boatti, giornalista e scrittore pavese; Chiara Nenci, docente di Museologia e Beni culturali presso l’Accademia di Brera.
Il nome scelto è quello di “Anthropos – Museo di Storia della Medicina”. ‘Anthropos’ è il termine che i greci utilizzavano per indicare l’appartenente alla specie umana e, nel nostro caso, si riferisce all’origine di quella medicina che mette al centro la persona umana e che ebbe la sua nascita proprio nell’antica Grecia per opera della scuola medica di Ippocrate. ‘Anthropos’, dunque, è stato scelto anche per richiamare la genesi di quello che è ancora il paradigma medico più attuale, nella forma di quella che oggi viene chiamata “patient-centricity”.
Coerentemente, il Museo Anthropos intende raccogliere quell’insieme di saperi, strumenti e pratiche che, nei secoli, sono stati prodotti dall’uomo per conoscere la propria natura corporea, le malattie che lo hanno afflitto, i rimedi per affrontarle.
Come s’è detto, il Museo Anthropos si integrerà con il Museo Kosmos che, inaugurato nel settembre 2019 con un allestimento molto innovativo, ha suscitato un forte interesse registrando la partecipazione di oltre 65.000 visitatori. Numeri davvero importanti se si considera che si riferiscono prevalentemente al periodo pandemico. Oltre all'esposizione permanente, sono state organizzate 7 mostre temporanee e oltre 50 eventi. Uno degli obiettivi di Kosmos è quello della formazione dei più giovani: nel solo 2022 sono state organizzate ben 386 attività didattiche e ludo-didattiche, e alla fine maggio di quest’anno eravamo già a quota 284.
Anche sulla base di tale esperienza, è evidente che il nuovo Museo Anthropos può migliorare l’attrattività turistica della nostra città generando un indotto per le attività economiche del territorio.
In questa prospettiva invito la comunità accademica, gli scienziati e gli operatori della salute, le associazioni professionali e sociali presenti a Pavia, ma anche tutte le cittadine ed i cittadini, ad un dialogo così da fornire indicazioni per la costruzione di questa nuova realtà. È possibile segnalare il proprio interesse inviando una mail a: nuovo.museo@unipv.it .
A breve organizzeremo un incontro di presentazione e condivisione del progetto.
L’Università di Pavia sta investendo molte energie per riqualificare i luoghi del sapere e gli spazi di aggregazione così da essere sempre più attrattiva verso studentesse e studenti, accogliendoli in un luogo di crescita umana e formativa. Credo che una progettazione condivisa, e partecipata da tutta la cittadinanza, di questo Museo, così denso di storia e di significato, rappresenterebbe un ulteriore importante segnale di un percorso strategico congiunto.
* Francesco Svelto è rettore dell’Università di Pavia