ROMA. I ministeri della Salute, dell'Agricoltura, della Difesa, il Commissario straordinario e le Regioni coinvolte dall'emergenza Peste Suina, hanno incontrato le organizzazioni della filiera suinicola. Una riunione resa necessaria dopo le recenti infezioni in alcuni allevamenti in provincia di Pavia che confermano l'ingresso del virus nel comparto lombardo e davanti ai quali la Commissione Europea ha imposto all'Italia l'estensione della zona di protezione e di quella di sorveglianza alle aree interessate dai nuovi focolai.
All'incontro hanno partecipato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida e il Commissario straordinario per l'emergenza PSA, Vincenzo Caputo e i rappresentanti delle organizzazioni. Sul tema del contenimento dei cinghiali è stato spiegato il nuovo piano straordinario, finanziato con 3,5 milioni e che sarà in vigore fino a febbraio 2024: i contenuti saranno sottoposti alle organizzazioni.
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Il piano
Il nuovo piano prevede tra i 600 e i 650mila abbattimenti, il doppio rispetto al numero previsto oggi. Verranno definite delle ''zone non vocate'' al cinghiale da individuare nelle aree di produzione suinicola dove si concentrerà l'attività di depopolamento. Nelle aree urbane si procederà invece con le catture. Secondo le previsioni si dovrebbe arrivare all'eliminazione di un milione di capi.
Zona di contenimento da definire a livello dell’Unione europea
Intanto, la Commissione europea, in seguito alla notifica da parte italiana dei nuovi focolai di febbre suina africana in Lombardia ha adottato una decisione sulle misure provvisorie di emergenza: «L'Italia ha istituito una zona di restrizione - spiega un portavoce della Commissione - in cui vengono applicate le misure generali di controllo della malattia previste dalla legislazione dell'Ue». La decisione della Commissione, come già fatto con altri Stati membri, è relativa alla necessità di «identificare la zona di restrizione a livello dell'Unione, in collaborazione con l'Italia». Le misure saranno esaminate nella prossima riunione del Comitato permanente Ue per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi del 14-15 settembre 2023. «La Commissione - conclude il portavoce - rimane in stretto contatto con le autorità italiane competenti».
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Confagricoltura: «Subito abbattimenti sistematici»
Confagricoltura, all’incontro della cabina di regia, ha chiesto di procedere immediatamente con abbattimenti organizzati e sistematici sul territorio come previsto dal Piano straordinario, mettere in sicurezza le aziende suinicole e garantire risorse e sostegni al comparto.
«Per la Confederazione - prosegue Giansanti - si deve procedere senza esitazioni con il contenimento dei cinghiali, ben consapevoli che la popolazione ipotizzata da Ispra (1,3 milioni di esemplari), è largamente sottostimata». Riguardo alla tutela degli allevamenti, per il presidente di Confagricoltura, «bisogna presidiare i confini, prendendo ad esempio il modello francese che ha previsto una cintura di salvaguardia al confine con la Slovenia». Altro punto fondamentale è la biosicurezza. «Il ministro Lollobrigida ha ribadito la necessità di intervenire in modo tempestivo per limitare i danni ad un comparto, quello suinicolo, che vale 1,7 miliardi. - sottolinea Giansanti -. Gli obiettivi contenuti nel nuovo piano straordinario sono ambiziosi e richiedono un nuovo approccio strategico e risorse adeguate da trovare anche nella prossima legge di Bilancio».
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Copagri: «Filiera a rischio, servono risorse»
Anche Copagri giudica positivamente la decisione presa dal governo di avviare una cabina di regia con gli attori della filiera suinicola italiana e l'approccio al tema del contenimento della popolazione dei cinghiali allo stato brado. «A distanza di quasi due anni dai primi casi di infezione di Peste suina africana-PSA, accertati in numerosi cinghiali tra il Piemonte e la Liguria, il virus è purtroppo penetrato negli allevamenti suini della Lombardia, regione nella quale si concentra la gran parte della filiera» ha sottolineato il vicepresidente della Copagri Giovanni Bernardini alla riunione sulla situazione della PSA, svoltasi al Ministero della Difesa.
Fino a questo momento c’erano stati solo contagi in Campania e Calabria («aree però a bassa presenza di suinicoltori»). Ora, con i casi in Lombardia, «è fondamentale innalzare il livello di attenzione, così come prevede la nuova ordinanza del Commissario straordinario, mettendo in atto tutte le misure necessarie a fermare l'avanzata di un virus resistente e ad altissima diffusione». Per Bernardini gli interventi attuati hanno fallito, alla prova dei fatti «nonostante i grandi sforzi degli allevatori nell'attuare tutte le misure di biosicurezza indicate».
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La priorità ora, «è intervenire anche con l'ausilio dell'esercito, per circoscrivere la PSA e contenere la popolazione dei cinghiali, che ad oggi, secondo l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, conta oltre un migliaio di esemplari infetti». Fondamentale dunque reperire «un significativo quantitativo di risorse da utilizzare per nuovi interventi di biosicurezza e per contenere i cinghiali, lavorando contestualmente per degli indennizzi da corrispondere a tutti gli allevatori che saranno danneggiati dall'epidemia e da utilizzare per la sospensione dei mutui e dei pagamenti per tutte le aziende colpite, così come per quelle situate nelle zone di contenimento».
La suinicoltura in Italia ha un tasso di autoapprovvigionamento pari al 62% in quantità: l’Italia esporta 6mila tonnellate di suini a fronte di 80mila tonnellate importate.
Coldiretti: «Bene l’esercito contro i cinghiali»
Coldiretti esulta: «E’ stata finalmente accolta la nostra proposta di far scendere in campo l'esercito per fermare l'invasione dei 2,3 milioni di cinghiali presenti in Italia che causano incidenti, provocano danni alle coltivazioni e diffondono malattie» ha detto il presidente Ettore Prandini, che ha chiesto ristori adeguati per i danni provocati nel vertice con il Governo sulla questione. "Ridurre numericamente la specie - precisa il presidente - significa anche rallentare la diffusione della peste suina in quelle zone dove maggiore è la presenza di filiere agroindustriali legate agli allevamenti di maiali che garantiscono reddito, occupazione ed indotto all'Italia". Secondo l'indagine Coldiretti/Ixè, quasi sette italiani su dieci che ritengono che i cinghiali siano troppo numerosi, mentre il 58% li considera una minaccia per la popolazione, oltre che un serio problema per le coltivazioni e per l'equilibrio ambientale come pensa il 75% degli intervistati.
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Cia: «Situazione critica»
«La situazione, ormai, è diventata critica - ha detto Gabriele Carenini, responsabile nazionale Cia per la fauna selvatica - ed occorre agire in maniera concreta per salvaguardare tutta la suinicoltura Made in Italy, da cui dipendono 11 miliardi di fatturato e 70 mila addetti nella filiera. Per questo, è molto importante la disponibilità annunciata dal ministro della Difesa a impiegare personale qualificato per il contenimento del numero degli ungulati, come avevamo richiesto da tempo. Altrettanto positiva è la prossima costituzione di una cabina di regia permanente con tutte le rappresentanze agricole e i ministeri dell'Agricoltura, dell'Ambiente, della Salute e della Difesa, per supportare l'azione in campo del commissario Caputo».