VOGHERA. «Elisa e Maurizio erano una coppia molto affiatata: si amavano molto. Tutti lo capivano, bastava guardarli. E l’arrivo di Luca li aveva uniti ancora di più. Vivevano per quel bambino che era diventato la loro esistenza. Li avevamo visti insieme l’ultima volta ad una comunione di una cuginetta, il 1°maggio: erano felici. Luca aveva le attenzioni di tutti. Ora questa tragedia immane».
Dante Bariani, lo zio materno di Maurizio Baiardi padre del bimbo ucciso dalla mamma venerdì mattina, parla lentamente e non riesce a trattenere le lacrime. È venuto di buona mattina ieri con il figlio Francesco, in strada Mezzana davanti all’abitazione dove venerdì mattina era avvenuto il terribile delitto. Ha lasciato davanti all’ingresso della palazzina gialla un mazzetto di fiori: ortensie, margherite e roselline bianche. Appeso c’è un biglietto: «Il dolore di oggi è la felicità di ieri, ciao piccolo Luca, bellissimo angelo biondo».
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Una famiglia sconvolta
Parole toccanti che rispecchiano il dolore comune per una tragedia che ha scosso un’intera comunità. «Cosa devo dire? - continua Dante Bariani – non ci sono parole per descrivere una tragedia simile. Non riesco a capire come sia potuto succedere, nemmeno gli altri parenti sono in grado di dare una spiegazione. Sapevamo che Elisa da circa un mese e mezzo stava attraversando un periodo molto difficile per la depressione che l’aveva colpita: le sue condizioni, invece di migliorare, stavano peggiorando. Era in cura da una dottoressa che le aveva prescritto dei farmaci, penso antidepressivi addirittura con puntura. Non mi hanno mai detto il nome del medico. Mi pongo sempre una domanda in queste ore: perché i medici hanno lasciato Elisa a casa? Perché non l’hanno fatta ricoverare almeno per una ventina di giorni? Sotto stretto controllo medico avrebbe avuto possibilità maggiori di superare quella maledetta depressione post parto. Perché l’hanno lasciata a casa dove, comunque, era molto seguita dalla mamma e da altri parenti. Attenzioni che non sono bastate ad evitare una tragedia. Non voglio entrare nel merito, ma anche le cure non hanno certo avuto un effetto positivo».
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Una coppia felice
Elisa Roveda, diplomata all’istituto ragionieri di Voghera, e Maurizio Baiardi, autotrasportatore, si erano sposati nel 2017. Già prima del matrimonio erano andati a vivere in strada Mezzana, non lontano dalla mamma di lei che abita in via Bandirola.
«Erano una bellissima coppia – prosegue il racconto di Dante Bariani - molto affiatati. Volevano avere un figlio ad ogni costo e, dopo tante difficoltà, ci erano riusciti. Avevano sofferto tanto, ma le cure erano state efficaci. Era nato Luca, un bellissimo bambino biondo. Elisa aveva avuto dei piccoli problemi fisici dopo il parto, ma era finito tutto nel migliore dei modi. Aveva ripreso a lavorare nella studio da commercialista, ma la loro vita era per quel bambino. Maurizio usciva di casa la mattina presto per andare a lavorare con il camion e ritornava la sera: poi stava sempre vicino a lei a al piccolo Luca. Non capisco cosa sia successo da metà maggio».
L’ultima festa in famiglia
«Li avevamo visti il primo maggio scorso - conclude Bariani – ad una festa per la prima comunione di un altro cugino. Erano felicissimi con quel bimbo biondo che sorrideva sempre e non ha mai pianto. Luca, che aveva attirato l’attenzione di tutti gli altri invitati anche se non era il festeggiato, era stato bravissimo. Elisa era tranquillissima».
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«Era una donna da sposare, non c’erano mai stati problemi - ricorda anche Francesco Bariani, cugino di Maurizio -. Elisa e mio cugino erano una coppia affiatata, sono geometra e li avevo aiutati a scegliere la casa. Questo appartamento era perfetto, vicino alla mamma di lei. Una zona tranquilla. Mai ci saremmo aspettati questo». «Ora come farà mio nipote a tornare in quella casa? Speriamo riesca a superare questo dramma» chiude, in lacrime, lo zio Dante Bariani.
