foto da Quotidiani locali
Addio ad Annamaria Filighera, storica presidente della Fondazione “Conte Franco Cella di Rivara” di Broni, che ha guidato per 35 anni. Se ne è andata a 72 anni, mercoledì sera, per un male incurabile. Era ricoverata nel “suo” hospice di Vescovera, struttura che aveva fortemente voluto per dare cure e sollievo ai malati, soprattutto di mesotelioma.
Nel 1988, dopo alcuni mesi da consigliera, era stata nominata presidente dell’ente, che, con lei al timone, da semplice casa di riposo è diventata un polo di servizi socio-assistenziali e sanitari per anziani, malati e disabili con 300 dipendenti (erano 26 alla fine degli anni Ottanta), 300 ospiti, tra servizi residenziali, semi-residenziali e domiciliari, e quattro sedi in Oltrepo orientale: la storica Villa Musso a Broni, la casa di riposo di Arena Po, attivata nel 1998, il centro polifunzionale di Vescovera (marzo 2013), con comunità per disabili, casa albergo per anziani, centro diurno e hospice, gli alloggi protetti per anziani all’ex asilo Garibaldi di Broni (maggio 2016). È imminente il trasferimento dell’hospice nei locali ristrutturati della Casa di comunità nell’ex ospedale Arnaboldi, l’ultimo progetto che ha seguito.
«Siamo affranti per la perdita della nostra presidente – commenta il direttore amministrativo Carlo Vercesi, a nome dei vertici e del personale della Fondazione -. Ha sempre avuto a cuore l’interesse della comunità e tutte le scelte lungimiranti e gli sforzi economici che ha fatto volevano rispondere ai bisogni della popolazione. Aveva un coraggio imprenditoriale come pochi. Inoltre, era molto apprezzata dal personale e dagli ospiti, che conosceva uno per uno».
Legatissima alla parrocchia di Broni, è stata un’interlocutrice quotidiana di istituzioni e amministrazioni locali. Per questo impegno, nel 2011 l’allora sindaco Luigi Paroni le aveva assegnato la civica benemerenza di San Contardo. Nel 2020, poi, ha ritirato per la seconda volta il premio, a nome del personale sanitario, per il lavoro svolto nel difficile periodo della pandemia. «È stata un vero e proprio punto di riferimento, molto stimata per le sue capacità e per la dedizione al lavoro – la ricorda il sindaco Antonio Riviezzi -. Grazie alle sue indiscusse capacità manageriali ha fatto crescere la Fondazione, riconosciuta da tutti come una struttura d’eccellenza per i servizi per offre e una delle realtà economiche principali della città».
Annamaria Filighera lascia le figlie Maria Chiara e Maria Francesca (il marito Enrico Ferrari, ingegnere e a lungo presidente del consiglio pastorale parrocchiale, è mancato una ventina di anni fa). Per tutta la giornata di ieri è rimasta aperta la camera ardente nella cappella della Fondazione. I funerali sono stati celebrati venerdì nella basilica di Broni. —
Oliviero Maggi
