PAVIA. I locali che per 34 anni hanno ospitato Spaziomusica sono in vendita. Mezzo milione di euro è il prezzo per assicurarsi i 494 metri quadrati di via Faruffini. I proprietari hanno, ovviamente, il pieno diritto di vendere. Ma talora il diritto e i sentimenti prendono strade opposte. E Daniela Bonanni, che fondò il locale di musica dal vivo nel 1986 con Bruno Morani, dice: «Spazio continuerà a vivere nel cuore e nella mente di migliaia di persone».
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L’annuncio
È stata proprio Bonanni, mercoledì mattina, a pubblicare sul suo profilo Facebook l’annuncio della società immobiliare che ha messo in vendita i locali. La descrizione riferisce di 5 locali costituiti da «magazzini e capannoni da convertire ad abitativo». Un immobile da ristrutturare che si potrà acquistare con un anticipo da 150mila euro e un mutuo da 350mila.
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L’amore che i pavesi hanno per il locale che vide avvicendarsi sul palco i più grandi artisti italiani e internazionali è testimoniato dalle reazioni sotto al post di Daniela Bonanni. «Serve una grande attivazione – scrive Tiziano Rossi – e un progetto solido alla base. Un crowdfunding che abbia l'obiettivo di raccogliere i soldi per comprare, ristrutturare e programmare; ma prima sarebbe necessario fondare il soggetto promotore». Nonostante siano chiusi da tre anni, dunque, i locali di via Faruffini contengono ancora il cuore, l’entusiasmo e i sogni di generazioni.
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«Questa città – commenta Daniela Bonanni – resta senza spazi per fare musica dal vivo. Eppure, sabato scorso, l’affollatissima jam session nel Social bistrot di Franco Costantino ha dimostrato che c’è ancora tanto bisogno di musica dal vivo. Però servono locali idonei con attrezzature specifiche. Purtroppo Spazio è stato chiuso per ciò che chiamo una storia di ordinaria follia burocratica».
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L’ordinanza del Comune
Nell’ottobre 2020, mentre si stava uscendo dal primo lockdown causato dalla pandemia, ai gestori di Spaziomusica (guidati da Paolo Pieretto) venne notificata un’ordinanza di “demolizione e ripristino Spaziomusica”. Il documento di palazzo Mezzabarba spiegava che la destinazione d'uso dell'immobile non era compatibile con la licenza rilasciata dal Comune stesso.
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Sarebbero stati necessari dei lavori di adeguamento, ma i proprietari dell'immobile decisero di non effettuare il cambio, e il locale, che già era fragile perché, come tutte le attività, era rimasto chiuso per mesi a causa delle pandemia, cessò l’attività.
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Una ferita riaperta
«Sapevamo da tempo che questa era l'intenzione dei proprietari dell'immobile – dice Paolo Pieretto – del resto avevano preferito non cambiare la destinazione d'uso dopo l'ordinanza del Comune del 2020 proprio per mettere tutta l'area in vendita».
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«La notizia quindi – spioega – non giunge inaspettata, anche perché ai tempi avevamo dato la nostra disponibilità a comprare l'immobile che ospitava Spazio da 35 anni, ma la proprietà è stata intransigente e ha sempre detto di voler vendere l'area in blocco e la cifra per noi è inavvicinabile. Vedere le immagini e l'annuncio di vendita ufficiale fa male e riapre la ferita».
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In realtà le stagioni musicali di Spazio proseguirono grazie alla lungimiranza di Nicola Lamberti, sindaco di Borgarello, che mise a disposizione un’area verde per ospitare musicisti e pubblico. A Pavia si tenne anche una manifestazione in piazza della Vittoria, ma l’amministrazione comunale spiegò che non era possibile trovare spazi alternativi. Oggi, dopo anni, sul sito internet della società immobiliare, le foto dell’esterno e dell’interno di quello che fu uno dei club musicali più frequentati della provincia fanno male all’anima.
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Alongi, Pd: «Restituiamo il luogo alla città»
Pietro Alongi, consigliere comunale di opposizione nelle liste del Partito democratico, è una delle tante persone che, a Pavia, sogna di ridare vita al sogno che fu Spaziomusica: «Se avessi quella cifra – dice – comprerei io quell’appartamento per riaprire Spaziomusica. Sono certo che se poche persone con molta disponibilità economica si unissero, potrebbero comprare quello spazio e ridare alla nostra città un bene che genererebbe un valore sociale molto più alto della cifra richiesta. E se i ricchi della città non si ricordano della responsabilità sociale che potenzialmente hanno, potremmo provare in tanti a ricomprarlo, ognuno mettendoci qualcosa di quello che può». Il consigliere Alongi non manca di sottolineare anche il ruolo dell’amministrazione.
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«In tutto questo anche il Comune di Pavia potrebbe fare la sua parte, magari dimostrando la stessa sensibilità usata per il noto maneggio in zona Sora; tra l’altro con Spaziomusica si accontenterebbero molte più persone: la musica l’ascoltiamo tutti». Il riferimento è appunto al maneggio per cui si spenderanno 2,5 milioni. —
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f.m.
