PAVIA. «Non ho paura delle conseguenze, nemmeno del carcere. Temo più la crisi climatica della repressione che sto subendo». Parola di Simone Ficicchia, vent’anni, attivista-simbolo di Ultima Generazione: movimento ambientalista non violento che si batte per l’abbandono delle fonti fossili attraverso azioni dimostrative di disobbedienza civile non violenta. Come quella di ieri a Firenze, quando un gruppo di tre giovani ha imbrattato la facciata del consiglio regionale toscano con un getto di vernice lavabile. C’era anche Ficicchia, diventato il volto di una generazione che di fronte l’emergenza ambientale non vuole rimanere immobile.
«Dalla parte giusta»
Vogherese di nascita, pavese d’istruzione, l’attivista ha sostenuto a gennaio un’udienza al tribunale di Milano per l’applicazione delle misure di sorveglianza speciale con obbligo di dimora a Voghera di un anno, perché considerato «socialmente pericoloso» dalla questura di Pavia, che ha avanzato la richiesta poi rigettata dai giudici. L’iter giudiziario si è concluso a favore di Ficicchia, che dopo poche settimane di stop ha deciso di tornare nella prima linea di azione del movimento ambientalista. E sebbene sia consapevole dei rischi che l’attivismo comporta, il giovane li considera un rischio calcolato: «I processi non ci fermeranno – racconta – i giudici chiamati a decidere sulla sorveglianza speciale hanno confermato che le azioni non violente per il clima, e le nostre lo sono sempre, non costituiscono pericolosità sociale. Continuerò a portare avanti le battaglie in cui credo, e sono disposto a considerare misure penali come un’eventualità per il mio futuro. Non è una cosa che si accetta a cuor leggero, ma voglio mandare un segnale: la repressione che Ultima Generazione sta subendo è sproporzionata rispetto alle azioni che commettiamo». Alcune di queste sono avvenute a Pavia: l’attivista è stato protagonista di due blocchi stradali in viale Matteotti e all’imbocco del ponte coperto. Diversi gli imbrattamenti cui ha partecipato, dall’acquario di Genova alla facciata del teatro alla Scala di Milano. Dalle parole di Ficicchia emerge una convinzione: «Siamo dalla parte giusta della storia. In paesi meno democratici del nostro ci sono persone che vengono incarcerate o uccise per i loro tentativi di influenzare le decisioni politiche sul clima. È anche per loro che dobbiamo andare avanti».
L’azione a Firenze
L’azione di ieri si è svolta intorno alle 8.15: due attivisti hanno spruzzato la vernice lavabile sulla facciata del consiglio regionale Toscano, mentre Ficicchia reggeva lo striscione con scritto «Ultima generazione - stop sussidi al fossile». «Domani la vernice non ci sarà più – ha detto Ficicchia – ma le mani della nostra politica rimarranno sporche di sangue se nei prossimi anni continuerà a finanziare con sussidi pubblici i combustibili fossili. Non stiamo centrando gli obiettivi di contenimento del riscaldamento globale».
Sul posto sono arrivati i carabinieri che hanno trattenuto i ragazzi fino alle 11.40 e sequestrato gli estintori caricati a pittura. I giovani coinvolti nell’azione sono stati denunciati ed è stato contestato il reato di imbrattamento. E sulle elezioni regionali che in Lombardia si chiudono oggi, Ficicchia dice: «Io sono uno che vota e per questo non credo che sia un gesto inutile, ma insufficiente. Dai programmi dei quattro candidati lombardi non ho visto particolari novità o interesse nei confronti della questione climatica». Il suo discorso sembra quasi un riflesso di un senso di delusione generazionale nei confronti della politica: «Il dibattito è tutto schiacciato sui personalismi delle forze in campo. A livello nazionale, i Verdi ha ci hanno sempre sostenuto con le loro dichiarazioni. Ma stiamo aspettando i fatti in parlamento».
