pavia
Approfondire gli accertamenti e le analisi sulla falda acquifera inquinata. Questo ha chiesto l’Arpa, Agenzia regionale per l’ambiente, alla proprietà dell’area ex Necchi, la società Pv01Re, che pure si era offerta di integrare il piano di caratterizzazione, vale a dire lo studio sulla presenza di inquinanti.
Il 3 settembre scorso, la società immobiliare che ha acquistato l’area industriale dismessa e intende rigenerarla costruendovi un nuovo quartiere, aveva trasmesso ad Arpa la proposta di integrare il piano di caratterizzazione «con la finalità di verificare la possibilità di un ingresso di acqua contaminata da monte».
I funzionari di Arpa, il successivo 17 settembre, hanno risposto che «per quanto riguarda la proposta effettuata dalla società Pv01Re, secondo il parere di questa Agenzia, vista la distribuzione della contaminazione all’interno e all’esterno del sito ex Necchi Sud, di proprietà della società, si ritiene che la proposta di indagini integrative trasmessa debba essere opportunamente aggiornata e integrata, prevedendo non solo la verifica dell’eventuale ingresso da monte di acque sotterranee inquinate, ma anche altri interventi».
Si sta discutendo della rigenerazione di un’area ex industriale dismessa. Secondo le procedure, la proprietà aveva effettuato - tramite un laboratorio privato - campionamenti del suolo e delle acque sotterranee e ne aveva trasmesso copia agli enti interessati. Arpa ha, a sua volta, effettuato le stesse analisi e ha verificato due cose: la prima, che i risultati ottenuti dal privato sono sostanzialmente sovrapponibili a quelli dell’ente pubblico di controllo; la seconda, che in falda sono presenti sostanze inquinanti e che, in tre punti, i valori di tetracloroetilene riscontrati sono enormemente più elevati del minimo consentito dalla legge. Per questo, il Comune, sulla base dei dati analitici, ha chiesto al presunto autore dell’inquinamento (una società ormai in liquidazione) o alla società attualmente proprietaria di mettere in sicurezza la falda per evitare la fuoriuscita di acque inquinate.
Ora Arpa chiede di andare ancora più a fondo ed elenca nove interventi. Alcuni sono di carattere estremamente tecnico, tutti hanno la finalità di ricostruire con la massima precisione possibile la situazione della falda. Anche perché il tetracloroetilene, utilizzato per lo sgrassaggio dei metalli o nelle procedure di lavaggio a secco degli indumenti, è una sostanza pericolosa per la salute umana. Tra le altre cose, dunque, Arpa chiede di realizzare ulteriori piezometri per delimitare l’estensione dell’area contaminata e la verifica delle acque sotterranee in uscita lungo il confine sud occidentale. —
