Sono soprattutto no vax irriducibili che preferiscono mettersi in fila e fare ogni due giorni un test che costa 15 euro
PAVIA. In fila, in attesa di sottoporsi al tampone rapido, davanti alle farmacie in alcune delle quali si contano anche un centinaio di persone al giorno. Code che vanno ad ondate, soprattutto di prima mattina o nel tardo pomeriggio, formate da chi ha bisogno del green pass e ha deciso di non vaccinarsi o è corso all’ultimo a farsi somministrare il siero ed è in attesa del certificato verde per lavorare o per viaggiare. Ma formate anche da tanti giovanissimi che necessitano della certificazione per svolgere attività sportive e culturali. tanti no vax convinti Gli irriducibili del vaccino non vogliono sentire ragioni. Quel siero anti Covid proprio non li convince. E così preferiscono subire la fila e sottoporsi al test antigenico rapido ogni 48 ore.
Pietro ha 27 anni, si trova fuori da una delle farmacie che effettuano tamponi a ritmo continuo e sta aspettando l’esito del test. E ormai quell’esame e quell’attesa per lui sono diventati un’abitudine. Ma non è una tortura? «Sì – risponde lapidario -. Però devo lavorare, ho bisogno del green pass e non intendo vaccinarmi. Ritengo il vaccino troppo rischioso, non mi sento rassicurato dai possibili effetti negativi sulla mia salute». Anche Anna, 35 anni, la pensa così: “Non mi fido, meglio il tampone”.
A confermare un aumento del numero di tamponi rapidi sono anche i presidenti di Federfarma, Enrico Beltramelli, e dell’Ordine dei farmacisti della provincia di Pavia, Marco Branca. «Una crescita si è registrata – ammette Branca – e, dopo il 15 ottobre, data in cui entrerà in vigore l’obbligo del green pass per tutti i lavoratori del settore pubblico e delle aziende private, l’aumento sarà ancora più significativo. La maggior parte dei test antigenici rapidi viene effettuata a persone che ne hanno necessità per motivi di lavoro o anche a chi si è sottoposto alla prima dose e deve attendere una decina di giorni prima di ottenere il certificato verde».
«Il numero di chi si sottopone a tampone è cresciuto perché in tanti non sono ancora vaccinati – sottolinea Beltramelli -. Eppure il test non è una sicurezza contro la diffusione del virus e sarebbe indispensabile una maggiore tutela della popolazione per arginare ulteriormente il Covid-19. Non bisogna comunque dimenticare che il tampone viene richiesto per alcune attività e per accedere in determinate strutture. In alcuni ospedali infatti è richiesto agli accompagnatori dei pazienti».
I costi
Tamponi per i quali il governo, stando a quanto stabilito nel decreto sul green pass, ha garantito prezzi calmierati. Si tratta di 15 euro per gli over 18 e di 8 euro per chi ha un’età compresa tra i 12 e i 18 anni. «Un accordo nazionale – spiega il presidente di Federfarma - che cassa il protocollo regionale rimasto in vigore dal marzo scorso fino al 20 settembre dove era previsto il prezzo libero, ma agli studenti era assicurato il tampone gratuito». — Stefania Prato