L’imprenditore chiede di eliminare l’obbligo di avere due o tre amministratori «scelti tra i dipendenti che da almeno tre anni siano dirigenti di società appartenenti al gruppo bancario»
Da Generali a Mediobanca. La guerra finanziaria d’Italia si gioca ormai su più fronti. E dopo aver perso il primo round a favore di Piazzetta Cuccia sulla nomina del prossimo cda del Leone di Trieste, Leonardo Del Vecchio è tornato all’attacco dei vertici di Mediobanca. Forte del suo 18,8% controllato attraverso la finanziaria Delfin.
Ufficialmente, Del Vecchio rassicura di non voler provocare ribaltoni ai vertici di Piazzetta Cuccia, ma il messaggio è arrivato forte e chiaro con la richiesta di modifica dello statuto della banca che «non persegue lo scopo di sostituire gli attuali amministratori o manager della banca – si legge in una nota -, quanto piuttosto quello di assicurare che, d’ora in avanti, questi operino all’interno di un quadro di regole di corporate governance coerente con le best practice e siano fortemente incentivati a porre al centro la creazione di valore per tutti gli azionisti, lasciando al consiglio di amministrazione e agli azionisti - come accade in qualsiasi altra società - il diritto di decidere in ultima istanza chi debba gestire la banca».
Del Vecchio ha quindi presentato una richiesta di integrazione dell’ordine del giorno per l’assemblea degli azionisti di Mediobanca convocata, sia in sede ordinaria che in sede straordinaria, per il 28 ottobre 2021. Nel dettaglio, l’azionista propone l’eliminazione della previsione statutaria secondo cui due amministratori (qualora il numero di consiglieri sia pari o inferiore a tredici) o tre amministratori (qualora il numero dei consiglieri sia superiore a tredici, come nel caso del consiglio in carica costituito da quindici gli amministratori), devono essere «scelti tra i dipendenti che da almeno tre anni siano dirigenti di società appartenenti al gruppo bancario», nonché la conseguente eliminazione della previsione secondo la quale «le liste che contengono un numero di candidati pari o superiore ai due terzi degli amministratori da nominare» devono - a pena di inammissibilità - contenere due o tre amministratori che siano dirigenti del gruppo Mediobanca al fine di rispettare il requisito di composizione.
Delfin propone inoltre la modifica del sistema di nomina degli amministratori al fine di aumentare la rappresentanza delle minoranze nel consiglio, dagli attuali due a tre o quattro amministratori, a seconda di quante liste di minoranza siano presentate, e permettere che più liste di minoranza possano concorrere alla nomina degli amministratori di minoranza, in ragione dei voti espressi dagli azionisti.