Pavia, mell’Aula del ’400 li ha ricordati il presidente Claudio Lisi. Targa speciale per il “decano dei decani” Giorgio Rondini
PAVIA
Un ricordo di tutti i sanitari deceduti per Covid, compresi i dodici medici pavesi che hanno perso la vita durante la pandemia. Si è aperta con un momento di cordoglio la cerimonia di consegna dello speciale riconoscimento voluto dall’Ordine dei medici per i camici bianchi pavesi con 50 e 60 anni di laurea. Domenica mattina un centinaio di decani della medicina si sono riuniti nell’Aula del ‘400 dell’Università per la seconda parte della festa organizzata dall’Ordine. Dopo che l’altra sera al Fraschini 250 giovani dottori neolaureati avevano prestato giuramento recitando le parole di Ippocrate, ieri mattina è stata la volta dei colleghi più anziani, che si sono ritrovati per l’evento sospeso l’anno scorso per il Covid e ripreso quest’anno con una formula leggermente diversa.
Il ricordo delle vittime del Covid
«Il coronavirus si è abbattuto su tutti noi come uno tsunami – ha ricordato Claudio Lisi, presidente dell’Ordine dei medici di Pavia – Oltre a portarsi via oltre 360 colleghi in tutta Italia, la pandemia ha anche messo in evidenza le criticità del sistema sanitario, dalla mancanza di posti di in terapia intensiva fino al problema del regionalismo, passando anche dal numero elevato di infezioni negli ospedali e nelle rsa».
Poi Lisi ha chiesto a tutti i presenti di alzarsi in piedi per ricordare i dodici medici pavesi deceduti nel corso dell’epidemia di Covid-19, nominando uno per uno Alessandro Preda, Luigi Paleari, Vincenzo Emmi, Domenico Fatica, Patrizia Longo, Arrigo Moglia, Maura Romani, Paolo Marandola, Alberto Gazzera, Vittorio Collesano, Francesca Compiani e Giuseppe Minchiotti.
La Festa dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri è da sempre anche l’occasione per fare il punto sulla situazione attuale del sistema sanitario pavese e anche per guardare al futuro della professione medica. «L’Europa ha stanziato circa 700 miliardi per far fronte a tutto ciò che la pandemia ha causato – ha ricordato il presidente dell’Ordine nel suo intervento – Nel Piano nazionale di ripresa e resilienza si parla anche di sanità, per cui si prevede lo stanziamento di cifre importanti. Ma non devono essere le nuove generazioni a pagare: dobbiamo investirli bene tutti questi soldi, e non soltanto nelle strutture ma anche nel personale sanitario, visto che siamo ancora alle prese con una tragica carenza di medici».
Omaggio al decano Giorgio Rondini
Tra i camici bianchi che ieri mattina nell’Aula del ‘400 dell’Università di Pavia hanno ricevuto una targa speciale per celebrare i 60 anni di laurea c’era anche Giorgio Rondini. Arrivato a Pavia nel 1966, Rondini è stato il fondatore della Neonatologia dell’ospedale San Matteo, una delle prime in Italia. Lunga anche la sua carriera nell’Ordine dei medici, iniziata come semplice socio e culminata nella presidenza, carica che ha ricoperto per ben 25 anni. Oggi, 86enne, può essere considerato il “decano tra i decani” dei camici bianchi pavesi. «A un giovane medico che inizia oggi la sua carriera consiglierei di amare la sua professione – dice Rondini – E di non farla guardando al guadagno ma all’amore per la medicina. Se ragionerà sempre così, avrà fortuna nella vita». Tra i medici premiati ieri mattina dall’Ordine di Pavia con una targa speciale c’era anche Umberto Magrini, già professore di Anatomia Patologica dell’ateneo pavese che ha tenuto una lectio magistralis intitolata “L’istopatologia oggi: ruolo diagnostico e prognostico”.