La Regione accoglie l’appello lanciato da Confagricoltura: «Vigilanza per evitare problemi durante il raccolto»
MORTARA. Le doppiette inizieranno a sparare domenica 19 in Lomellina e in tutta la provincia, ma dovranno «prestare il massimo rispetto delle coltivazioni, riso in particolare, durante l’attività venatoria». Anche perché il taglio del riso deve ancora avvenire e quindi c’è timore tra gli agricoltori.
La richiesta arrivata da Confagricoltura Pavia è stata discussa nell’Ufficio territoriale regionale di Pavia dai rappresentanti delle associazioni agricole e venatorie provinciali. Come stabilito dal calendario venatorio regionale, la stagione di caccia 2020-2021 inizierà domani e terminerà il 31 gennaio, ma in questo periodo i risi sono ancora da tagliare in molte parti della Lomellina e del Pavese e così Confagricoltura Pavia ha evidenziato le preoccupazioni degli associati e dell’intero mondo agricolo.
«Già in agosto – dice Giuseppe Cavagna di Gualdana, presidente di Confagricoltura Pavia – la nostra organizzazione sindacale aveva contattato l’assessore regionale all’Agricoltura Fabio Rolfi evidenziando la particolarità di questa stagione estiva, in cui l’anomalo andamento climatico ha causato sensibili ritardi nella maturazione soprattutto del riso lomellino e pavese, e delle uve oltrepadane. In considerazione di questa situazione, Confagricoltura si è attivata per chiedere a Regione Lombardia un confronto sulla data di apertura della stagione venatoria e una maggiore vigilanza sull’attività venatoria fin quando non sarà superato l’attuale ritardo nella maturazione».
Da parte sua, Regione Lombardia ha condiviso le preoccupazioni raccomandando agli Ambiti territoriali caccia di sensibilizzare i propri soci affinché nelle prossime settimane prestino attenzione alle coltivazioni durante l’azione venatoria.
Inoltre, la Regione Lombardia ha fatto propria la proposta di Confagricoltura di programmare riunioni tra mondo agricolo e mondo venatorio in modo da affrontare le complesse tematiche sul piatto, prima su tutte quella dei danni provocati dalla fauna selvatica, cinghiali in particolare. «Ringraziamo Regione Lombardia per l’attenzione dimostrata – conclude il presidente di Confagricoltura, Cavagna di Gualdana – evidenziando come l’evoluzione del comparto agricolo renda non più rinviabile una revisione complessiva dell’attività venatoria, eventualmente con una diversa programmazione dei calendari e con una maggior attenzione alla gestione dei danni causati dalla fauna selvatica al mondo agricolo. Per fare questo, serve una maggiore collaborazione tra tutte le parti in campo».
Umberto De Agostino