Storia scritta da Cristina Zaboia, nata nella palazzina ora inagibile. «Un modo per non dimenticare e avere speranza»
Un colpo secco alle pareti, le fondamenta che collassano, la fuga a rottadicollo giù per le scale. Gli abitanti della palazzina C di via De Motis, periferia Nord Ovest di Pavia, abbandonano terrorizzati le loro case, lasciando le pentole sul fornello e la tv accesa. Al panico segue il silenzio. E all’interno dell’edificio pericolante rimane solo una presenza: Duchessa, una gattina tigrata di 8 mesi che per giorni si aggira solitaria alla ricerca di cibo, inebriata dal profumo delle polpette al sugo di Iris, della pastiera napoletana della signora Lela e dei bocconcini di mortadella.
Maria Cristina Zaboia, che in quella palazzina è nata nel 1964, ha immaginato di dare voce a Duchessa. Raccontando, attraverso i suoi occhi felini, la vita delle famiglie che popolavano, fino al mezzogiorno di quel maledetto 24 febbraio, la palazzina di tre piani, ora inagibile.
Duchessa Mortadella (Univers Edizioni, 12 euro) è un racconto che, con garbo, vuole riannodare i fili di una memoria collettiva per metabolizzare la tragedia sfiorata.
«Esiste sempre una via d’uscita»
«Non volevo che si perdesse il ricordo della vita delle persone che in quello stabile hanno vissuto per 70 anni – racconta l’autrice, responsabile della comunicazione in una multinazionale – . Il mio breve racconto può essere letto ai bambini come una favola, perché a lieto fine. Il messaggio è che esiste sempre una via d’uscita e anche in una situazione che sembra irrimediabilmente compromessa si può trovare la forza per ricominciare. La prefazione è invece un affresco di storie e di persone in cui, seppur con nomi diversi, si riconoscono gli abitanti della palazzina C».
Presentazione
Domani alle 18 Cristina Zaboia sarà ospite, insieme a Simona D’Altorio, della rassegna Pavia e il ponte, nella sede della cooperativa artigiani del Borgo, a Pavia.
Nell’appartamento di via De Motis l’autrice è nata e cresciuta. Lì ha vissuto fino al 2019 sua mamma Maria Rosa, infermiera con la passione per la fotografia. Dal baule della madre e dagli album di altri vicini sono le immagini in bianco e nero che, nelle pagine del libretto, riportano il lettore agli anni Cinquanta, alla vita del Cordame, il quartiere sorto tra via Olevano, via Trecourt e la fabbrica della Necchi.
Ritratti di famiglia, con bambini sorridenti al primo giorno di scuola, nei cortili, a Natale. Oggi, a distanza di 70 anni, ci abitavano ancora alcuni anziani accanto a nuove famiglie giovani. Tutto è perduto, ma non i ricordi.
Per la cronaca Duchessa si è salvata, recuperata dai vigili del fuoco e affidata all’Enpa di Pavia: è ancora giovane ed è in attesa di una nuova casa, con una famiglia che possa prendersi cura di lei.
LA MESSA IN SCENA
Il racconto è dedicato a Flavia Pironti, giovane psicologa mancata lo scorso giugno.
«Si era messa a disposizione dell’associazione Spazi Ritrovati, che si occupa di chi vive il disagio mentale – racconta Cristina Zaboia – Amava le persone e se ne prendeva cura, non solo attraverso il suo lavoro».
Domani pomeriggio i ragazzi e le ragazze seguiti dall’associazione, con il patrocinio del Comune di Pavia, porteranno brevemente in scena, attraverso una performance di teatro sociale, la storia di Duchessa Mortadella. Spazi Ritrovati ha sede in via Carlo Dossi ma è attivo con una pagina sociale anche su Facebook e opera nel settore della riabilitazione psichica e del reinserimento sociale di persone rese fragili dal disagio psichico.